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1860-
1880
micr
ostorie
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a ’800 e ’900
1915-
1918
anni ’20 e ’30
1940-
1945
oggi
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Laura Bassi:
un nome esemplare
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Non senza ragione si intitolò a Laura Bassi, con un De-
creto Reale del 1891, la Regia Scuola Normale femmini-
le di Bologna, trasformatasi poi - ma senza mai mutare
nome - prima in Istituto Magistrale (dal 1923) e infine
in Liceo (dal 1999). In questa grande scienziata bologne-
se e nel suo magistero si riconobbe un modello da pro-
porre alle studentesse di ieri, che aspiravano a divenire a
loro volta docenti; si riconosce ancor oggi un emblema di
indipendenza intellettuale e di integrazione sociale.
Laura Maria Caterina Bassi (Bologna 1711-1778), infatti,
con una preparazione che la rese socia onoraria della
prestigiosa Accademia delle Scienze ancor prima di lau-
rearsi in Filosofia Naturale nel 1732, seppe emanciparsi
dalle barriere che le imponevano la sua giovane età e il
suo sesso.
Se però la sua carriera intellettuale e professionale inizia
con la redazione e dissertazione dei
Philosophica Studia
– quarantanove argomentazioni di metafisica, logica e
fisica – e con l’incarico di insegnare filosofia nell’Ateneo
bolognese, la sua fama internazionale è in realtà dovuta
alla varietà e profondità delle sue ricerche in ambito
scientifico (matematica, fisica, chimica, medicina), sup-
portate dal rigore del metodo sperimentale.
Indubbiamente la celebrità di Laura Bassi dipese in buo-
na misura dalla rarità in Italia di donne erudite; tuttavia,
Ritratto di Laura
Maria Caterina Bassi
(Bologna 1711-1778)
(Biblioteca Comunale
dell’Archiginnasio di
Bologna, Gabinetto
disegni e stampe)
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la sua preparazione filosofico-scientifica e la sua vivacità
di animatrice culturale rispecchiano l’apertura e la vitalità
intellettuale della Bologna settecentesca nel quadro
dell’Illuminismo europeo.
Gli entusiasmi suscitati dalla sua laurea hanno riscontro
nella dovizia di rime d’occasione che le furono dedicate
nel 1732, tra cui quelle dell’Algarotti, che la elogiò per
aver osato percorrere
in verde età, non ancora venticin-
quenne, i sentieri della sapienza
Ove vestigio d’Uom raro
pur’è, emulando addirittura Newton e divenendo Ricca
miniera / Inesauribile / Di nuovo oltremarino alto saper.
Attraente, almeno a giudicare dai ritratti, Laura Bassi si
distinse insomma dal civettuolo prototipo femminile del
suo tempo: per dirla con tutta l’arguzia petroniana di altri
versi a lei dedicati,
Cridiv’ s’av fussi persa a far l’amor, /
Ch’avissi misó insem tanta virtù? / Av’assicur, ch’an srissi
andà qusì in sù / E nu altr Bulgnis n’aren st’unor.
Arduo fu, tuttavia, superare l’ostilità degli ambienti
scientifico-accademici: lezioni pubbliche ne poteva
tenere solo su richiesta del Senato bolognese; vari
milieu
culturali le si aprirono solo dopo il matrimonio con
Giuseppe Verati, medico e fisico (1738); soprannumerario
– cioè eccezionale e transitorio – fu il posto che nel 1745
le ottenne papa Benedetto XIV nell’Accademia Benedet-
tina; e solo nel 1766, dopo lunghe discussioni, il Senato
le attribuì l’insegnamento effettivo, cioè la Cattedra di
Fisica Sperimentale all’Istituto delle Scienze.
Del resto, non mancano nel suo
Epistolario commen-
ti amari per le vessazioni subìte e per il malcostume
dilagante:
da anni mi trovo per maneggio d’alcuni pochi,
in circostanze che ugualmente potrebbero pregiudica-
re a’ miei vantaggi ed a la mia estimazione (1745); la
settimana scorsa si fece nello Instituto una sessione da li
Accademici Benedettini [...]; parlandosi del numero de’
voti neccessari alle nuove aggregazioni, fu mosso dubbio
se dovesse intervenirci anche il mio quando mi ci tro-
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vassi [...], ad alcuni parve che però dovessi restare come
segregata da questo Corpo in tali casi (1745); Laura M.
Caterina Bassi Verati è Lettrice da sedici anni e mezzo
in qua ed è stata in questo tempo favorita dell’aumento
per una sol volta (1748).
Ma la Bassi non si rassegnò: nel 1749 fondò, assieme al
marito, una scuola privata di fisica sperimentale, dotata
del celebre laboratorio frequentato tra gli altri da Spal-
lanzani e Volta, e all’attività didattica e alla sperimenta-
zione scientifica si dedicò fino alla morte, con impegno
non solo intellettuale, ma anche finanziario. Una vera e
propria vocazione di docente, pur con le frustrazioni e
le privazioni che anche quel tempo comportava:
Quan-
to ai miei fisici esercizi che richiederebbero pure un
qualche aiuto per esser vie più avanzati e perfezionati,
attese le continue spese che occorrono, io già vedo il
caso disperato; qui non si può aspettare che un aumen-
to tenuissimo in capo a molti anni [...]. E pure la Fisica
Sperimentale è divenuta a’ giorni nostri una scienza
cotanto utile e neccessaria [...]. E più oltre: mi mossi a
pensar d’impiegare la mia se ben pochissima abilità nel
servire al pubblico in questi studi, stimando che la cosa
dovesse riuscire di un mediocre impegno [...]. Ma ora è
divenuta così pubblica che non posso dispensarmi senza
taccia dalle persone anche più dotte [...]. Conoscendo
pertanto che il decoro pubblico richiederebbe assai più
di quel che possa un privato, ed avendo io in ciò impie-
gato anche più di quello che permettono le mie forze,
mi vedo costretta o ad abbandonare l’intrapresa, cosa
che farebbe gridar il Paese, o a ricorrere a que’ mezzi
che possono aiutarla (1755).
Studiosa e ricercatrice di calibro internazionale, appas-
sionata insegnante della scienza moderna, Laura non
rinunziò però, nella realizzazione personale, alla pienezza
affettiva accanto al marito, suo assistente all’Istituto delle
Scienze, da cui ebbe ben otto figli.
Ritratto di Laura
Maria Caterina Bassi
(Biblioteca Comunale
dell’Archiginnasio di
Bologna, Gabinetto
disegni e stampe)
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