Communicating cultural heritage



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Sponsor per il 150°:



Comune di

Bologna

Provincia di 

Bologna

Ufficio

Scolastico

Regionale

Boldini s.r.l. Ag. Editoriale



Ag. Editoriale Bossa s.r.l.


intr

o

1860-



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ostorie

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a ’800 e ’900



1915-

1918


anni ’20 e ’30

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1945

oggi


Maestre (e maestri) l’Italia

Indice


Premessa del Preside del Liceo “Laura Bassi”, 

 

Prof. Felice Signoretti



1. 

Maestre (e maestri) d’Italia: le ragioni di una mostra 

2. 

Laura Bassi: un nome esemplare 



3. 

L’edificio: dall’

ospizio dei Certosini 

 

al Liceo “Laura Bassi” 



4. 

L’arte dentro e fuori le mura del Liceo 

5. 

Diventare maestre (e maestri) nell’Italia unita 



6. 

L’istituzione della Regia Scuola Normale femminile

 

di Bologna



7. 

L’organizzazione della scuola 

8. 

Il Convitto per le allieve maestre 



9. 

Le prime allieve maestre 

10. 

La didattica: materie ed esami 



11. 

Attività educative e ricreative 

p. 9

p. 13


p. 15

p. 18


p. 21

p. 23


p. 26

p. 28


p. 31

p. 34


p. 38

p. 41



12. 

L’universo femminile 

13.

 Microstorie (1): 



sentimentalismi, amorose

 

corrispondenze e duelli 



14. 

Microstorie (2): scandalo in Convitto

 

e uomini sui tetti



15. 

Microstorie (3): problemi disciplinari 

16. 

Una nuova didattica 



16bis.

 Il gabinetto scientifico

17.

 Echi della Grande Guerra nella R. Scuola



 

Normale “Laura Bassi” 

18. 

Dalla Scuola Normale all’Istituto Magistrale:



 

il ventennio fascista 

19. 

1938: le leggi razziali nell’Istituto “Laura Bassi” 



20. 

La II Guerra Mondiale negli Istituti Magistrali

 

bolognesi 



21. 

A scuola in tempo di guerra 

22. 

La musica nella scuola “Laura Bassi”:



 

una tradizione più che centenaria 

23. 

Gli anni più recenti: una scuola innovativa 



24. 

Gli anni più recenti: aspetti sociologici di un

 

percorso di 50 anni 



Fonti e bibliografia essenziale

p. 44


p. 47

p. 50


p. 53

p. 56


p. 59

p. 61


p. 65

p. 69


p. 72

p. 75


p. 78

p. 81


p. 83

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1860-



1880

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ostorie

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a ’800 e ’900



1915-

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anni ’20 e ’30

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1945

oggi


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Premessa


“La Storia siamo noi”: così un celebre cantautore dei 

nostri tempi sintetizza un concetto che i biografi dei 

grandi uomini spesso hanno dimenticato o non tengono 

nel dovuto conto: la Storia non è fatta solo di grandi 

personalità, capaci perfino di dare il loro suggello ad 

un’epoca o di imprimere, come il Napoleone del manzo-

niano 

Cinque maggio, con il loro pensiero e le loro azio-



ni, svolte radicali nel processo storico. La Storia è fatta 

anche dalle illusioni, dai palpiti, dai rapporti, dal dolore, 

dall’angoscia, dalla speranza di milioni e milioni di esseri, 

di cui non resta neppure il nome, ma che hanno amato, 

sognato, vissuto, intrecciato relazioni, sofferto per i loro 

cari o per le idee che coltivavano: torniamo al Manzoni 

e al perno strutturale della sua più grande creazione, 

Promessi Sposi. Anche a volerlo considerare marxiana-



mente, l’evolversi dialettico delle strutture economiche 

si realizza non solo trascinando con sé gli individui, ma 

in base ai loro rapporti, all’intreccio delle loro operazioni, 

al loro modo di considerare l’affermazione individuale, il 

dominio sull’ambiente, il benessere, la felicità. “È stato 

grazie agli sforzi congiunti dei deboli, soggetti all’op-

pressione, di resistere al regno della violenza e del torto 

perenne, che, nel corso delle rapide trasformazioni ma 

del lento progresso verificatisi negli ultimi quattro secoli, 

la libertà è stata preservata, protetta, diffusa, e infine 

compresa”: così scrive un grande storico della prima 



10

metà del Novecento, Lord Acton, nella sua 

Lettura 

introduttiva allo studio della Storia Moderna (1941). E 

Marx: “La 

storia non fa nulla, non possiede immense 

ricchezze, non combatte battaglie. È l’

uomo, invece, 

l’

uomo vivente, reale, che fa ogni cosa, che possiede e 



che combatte”. Possiamo così far nostra l’affermazione 

di Edward H. Carr, per il quale “I fatti storici riguardano 

i rapporti che legano gli uni agli altri gli individui viventi 

in società, e le forze sociali che, dalle varie azioni indi-

viduali, sviluppano effetti spesso diversi, e non di rado 

opposti, ai risultati che gli individui si proponevano di 

raggiungere (

Sei lezioni sulla storia, 1961).

Ma se così è, un’antica istituzione nel cuore di un’an-

tichissima città non può non racchiudere in sé le linee 

fondamentali di quei rapporti, di quelle illusioni, di quelle 

delusioni e di quei sogni che animano gli individui e che 

li mettono in relazione tra di loro. È il caso della nostra 

istituzione, il Liceo “Laura Bassi”, appunto.

Prima di tutto, si tratta di un’istituzione che celebra i 

suoi 150 anni di esistenza. Tali anni coincidono con un 

segmento fondamentale per il nostro Paese, quello della 

sua unità nazionale, e per la città di Bologna, quello 

del suo riscatto dal dominio papale e della sua crescita 

economica, sociale, civile, fino a rappresentare, negli anni 

Sessanta del XX secolo, un modello di sana amministra-

zione e di forte sviluppo economico per l’intero Paese.

In secondo luogo, si tratta di un’istituzione scolastica: 

un luogo d’incontro tra generazioni, di trasmissione e 

di elaborazione della cultura, di crescita e sviluppo di 

fermenti nuovi e di idee innovatrici. I primi anni dello 

Stato unitario, la rivoluzione industriale, la prima guerra 

mondiale, la morte della vecchia Europa, l’avvento del 

fascismo, il secondo immane conflitto mondiale, la guerra 

di liberazione, la nuova realtà costituzionale e repubbli-

cana, le trasformazioni economiche e sociali degli ultimi 



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