Communicating cultural heritage



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1860-



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a ’800 e ’900



1915-

1918


anni ’20 e ’30

1940-


1945

oggi


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Il Convitto per le allieve maestre

8

Già il 


Regolamento per le Scuole Normali e magistrali 

degli Aspiranti Maestri e delle Aspiranti Maestre del 24 

giugno 1860 aveva stabilito come condizione preferen-

ziale per la scelta di una città come sede di una Scuola 

Normale il proposito di una Provincia o di un Comune 

di aprire un Convitto 

nel quale raccogliere gli alunni o le 

alunne della Scuola (artt. 1 e 2). 

Anche a Bologna dal momento dell’istituzione della 

Scuola Normale ci si pone il problema delle alunne che 

risiedevano fuori città. Per esse si prevede che 

saranno 


ospitate in qualche Istituto di educazione femminile (dei 

quali non è scarso il numero in Bologna) e pagheranno 

una tenue pensione grazie agli accordi coi si-

gnori Componenti della Commissione di Carità 

(«Monitore di Bologna», n. 288, del 1860). 

L’1 ottobre 1861 si apre un primo convitto per 

le Allieve Maestre della R. Scuola Normale 

femminile; esso ebbe come Conduttrice la si-

gnora Enrica Bignami, insegnante di Calligrafia 

presso la Scuola, e all’inizio due sole convittrici, 

il cui numero crebbe 

fino al mese di Gennaio, 

raggiungendo il numero di Undici, poi divenute 

dieci da marzo per il ritiro di un’alunna ferra-

rese, cagionevole di salute, che 

fe’ ritorno in 

patria (Relazione della Conduttrice, in data 2 

ottobre 1862). 

Copertina del 

Libro delle spese del 

Convitto

, 1862-1863 

(Archivio di Stato di 

Bologna)



32

Fino a tutto l’anno scolastico 1862-1863 il convitto non 

ebbe sede apposita, e le alunne 

che desiderano vivere in 

comune erano ospitate in una casa privata, forse della 

stessa signora Bignami, che tenne la conduzione per i 

primi due anni. In seguito, invece, esso fu allogato negli 

stessi locali della scuola, in via Sant’Isaia n. 504.

Dal 1863 l’istituzione fu normata da un 

Regolamento 

interno, morale e disciplinare, approvato dal Consiglio 

Direttivo della Scuola il 1° dicembre 1863, mentre il 

Re-

golamento amministrativo economico fu approvato dalla 



Giunta Municipale il 28 gennaio 1864 (e poi aggiornato 

nel 1885). Due i fini dell’istituzione: 

1.° Compire l’opera 

educativa della scuola, 2.° procurare il massimo concorso 

alla medesima, offrendo un comodo e poco spendioso 

ricetto alle fanciulle, che o dalle famiglie o dai Comuni 

saranno inviate per frequentarla (Regolamento ammini-

strativo economico, 1864, art. 2).

Il convitto era istituito e finanziato dal Municipio ed 

era retto da una Direttrice, cui spettava la vigilanza 

sulle alunne: la prima, dal 1863, fu Giovannina Costa, 

sostituita nel 1865, a seguito di uno scandalo, da Teresa 

Rossi. La direttrice era coadiuvata da una Vice-Direttrice 

e dalle Assistenti, scelte, di preferenza, tra le alunne del 

corso superiore; ciascuna di esse, nominata dal Consiglio 

Direttivo su proposta della Direttrice, era a capo per un 

mese di una delle sezioni del convitto, nelle quali erano 

ripartite le alunne in numero 

non maggiore di dieci (Re-

golamento interno, morale e disciplinare, art. 10).

La parte educativa e disciplinare dipendeva invece inte-

ramente dal Consiglio Direttivo della scuola, che eserci-

tava la sua vigilanza per mezzo del Direttore (si noti la 

distribuzione dei ruoli maschile/femminile). 

La retta era di lire 30 mensili, e comprendeva il vitto: 

caffè e latte la mattina; una pietanza a mezzogiorno; mi-

nestra, lesso, pietanza, frutta, oppure formaggio, e vino in 



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modica quantità al desinare che si farà dopo le 

cinque pomeridiane; comprendeva inoltre il let-

to in ferro col saccone trapuntato, la materassa 

e il guanciale (Regolamento amministrativo 

economico, 1864, art. 13). Erano invece a cari-

co delle convittrici le spese relative al vestiario 

e alla biancheria di loro uso particolare, e alla 

retta si aggiungevano altre 3 lire per 

bucato e 

stiratura (Regolamento amministrativo econo-

mico, 1864, art. 14).

Le alunne vestivano 

un abito uniforme di lana 

scuro, con mantelletta dello stesso colore per 

l’inverno; un abito di lana bigio, con mantellet-

ta uguale in estate, e per uso interno non potevano avere 

più di quattro abiti, e non mai di seta. Disciplinati dal 

regolamento anche gli accessori: 

Il cappellino da inverno 

sarà bleu con nastro dello stesso colore e senza fiori, e 

per l’estate sarà di paglia con nastro pure bleu senza fiori 

(

Regolamento amministrativo economico, 1864, art. 16). 



Molte allieve, provenienti da famiglie bisognose, riceveva-

no un sussidio, che poteva essere governativo, provinciale 

o comunale: ad esempio nel 1861 il Sindaco di Bologna 

sussidiava una delle prime allieve della Scuola, e altre tre 

erano sussidiate rispettivamente dai Comuni di Imola, 

Budrio e S. Giorgio; nell’anno scolastico 1861-1862 le al-

lieve sussidiate dal Governo, come si evince da una nota 

del direttore Barbieri per gli Ispettori Provinciali, erano 

19, provenienti dalle province di Bologna, Forlì, Ravenna 

e Ferrara; sempre a titolo esemplificativo lo stesso Prov-

veditore (Carbone) nel 1863 emanò un bando per sussidi 

di £. 250, per alunne bisognose. 

Qualora i sussidi fossero inferiori alla retta del convitto, le 

alunne supplivano 

del proprio. Le non sussidiate pagano 

la retta a bimestri anticipati (Regolamento amministrati-

vo economico, art. 12).

Frontespizio del 

Regolamento interno, 

morale e disciplinare

 

del Convitto, del 1863 



(Biblioteca Comunale 

dell’Archiginnasio di 

Bologna)



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