Sacra scrittura catechesi libro del profeta malachia


Trionfo dei giusti nel giorno del Signore



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Trionfo dei giusti nel giorno del Signore



13Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?».

Ora il Signore riprende il tema già annunziato e in qualche modo affrontata. Questo tema riguarda il giusto giudizio di Dio sulle opere dell’uomo.



Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Quando si parla contro il Signore?

Sempre quando si dicono su di Lui cose non vere, cose non contenute nella sua Parola, cose da Lui non rivelate, fatte passare come dette da Lui.

Il Signore vuole il sommo rispetto verso la sua Persona. Quello che Lui ha detto è suo. Quello che Lui non ha detto non è suo, mai potrà essere suo.

Ciò che Dio dice deve essere fatto proprio dall’uomo. Ciò che l’uomo dice mai potrà essere fatto proprio da Dio. Mai si può ascrivere a Lui.

A Dio va dato questo sommo rispetto. Ciò che viene da Lui è suo e si attribuisce a Lui. Ciò che viene dall’uomo è suo e si attribuisce all’uomo.

Oggi l’assenza di questa onestà e di questo rispetto sta rovinando il mondo. Le più grandi falsità vengono attribuite a Dio. È la vergogna delle vergogne.



14Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti?

Ora il Signore deve illuminare le menti del suo popolo su un gravissimo errore o falsità in ordine al bene e al male, alla fedeltà alla Legge e all’infedeltà.



Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Evidentemente il popolo è senza memoria storica.

Se leggiamo tutta la Legge e tutti i Profeti sappiamo che il bene genera bene, prosperità, vita. Il male produce morte, devastazione, distruzione, desolazione.

È stato così dalle origini con Eva, Caino, il diluvio universale, Sodoma e Gomorra, la stessa distruzione di Gerusalemme e il lungo esilio dei suoi figli.

Basta dare uno sguardo alla storia e si saprà che il vantaggio per quanti operano il bene è grande, grandissimo. Dio li colma di vita oggi e nell’eternità.

Mentre gli svantaggi per quanti operano il male sono senza numero. Viene tolta loro la terra sotto i piedi. Chi fa il male è privo di ogni bene oggi e sempre.

Questa verità l’attesta la storia, oltre che sancita dalla Parola del Signore che promette la sua benedizione per quanti osservano la sua Legge.

Mentre per quelli che disobbediscono ad essa vi è solo maledizione e morte, oggi e domani, nell’eternità. La storia conferma la verità della Parola.

Ma sempre la storia conferma la verità della Parola. Eva non ha creduto, subito è entrata in una storia di morte. Noi ne facciamo l’’esperienza.


VANTAGGIO


Il messaggero rispose a Davide: "Perché i nemici avevano avuto vantaggio su di noi e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città (2Sam 11, 23). Filippo, osservando che quest'uomo a poco a poco otteneva vantaggio e progrediva continuamente nei successi, scrisse a Tolomeo, stratega della Celesiria e della Fenicia, perché intervenisse a favore degli interessi del re (2Mac 8, 8). E quello successo in Babilonia nella battaglia contro i Gàlati, quando vennero nella necessità di battersi, essendo in tutto ottomila insieme con quattromila Macedoni, e mentre i Macedoni soccombevano, gli ottomila sterminarono centoventimila uomini con l'aiuto venuto loro dal Cielo, riportandone un grande vantaggio (2Mac 8, 20).

Quale interesse ne viene all'Onnipotente che tu sia giusto o che vantaggio ha, se tieni una condotta integra? (Gb 22, 3). Su, riconcìliati con lui e tornerai felice, ne riceverai un gran vantaggio (Gb 22, 21). Quale vantaggio dalla mia morte, dalla mia discesa nella tomba? Ti potrà forse lodare la polvere e proclamare la tua fedeltà? (Sal 29, 10). Se sei sapiente, lo sei a tuo vantaggio, se sei beffardo, tu solo ne porterai la pena (Pr 9, 12). In ogni fatica c'è un vantaggio, ma la loquacità produce solo miseria (Pr 14, 23).

Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica che avevo durato a farle: ecco, tutto mi è apparso vanità e un inseguire il vento: non c'è alcun vantaggio sotto il sole (Qo 2, 11). Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il vantaggio della luce sulle tenebre (Qo 2, 13). Allora ho pensato: "Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Allora perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio?". E ho concluso: "Anche questo è vanità" (Qo 2, 15). Che vantaggio ha chi si dá da fare con fatica? (Qo 3, 9). Con il crescere dei beni i parassiti aumentano e qual vantaggio ne riceve il padrone, se non di vederli con gli occhi? (Qo 5, 10). Anche questo è un brutto malanno: che se ne vada proprio come è venuto. Qual vantaggio ricava dall'aver gettato le sue fatiche al vento? (Qo 5, 15).

Quale vantaggio ha il saggio sullo stolto? Quale il vantaggio del povero che sa comportarsi bene di fronte ai viventi? (Qo 6, 8). Le molte parole aumentano la delusione e quale vantaggio v'è per l'uomo? (Qo 6, 11). C'è una generosità, che non ti arreca vantaggi e c'è una generosità che rende il doppio (Sir 20, 10). Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti (Sir 30, 2).

Uno edifica, l'altro abbatte: che vantaggio se ne ricava oltre la fatica? (Sir 34, 23). Ogni consigliere suggerisce consigli, ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio (Sir 37, 7). Tutti saran delusi di un popolo che non gioverà loro, che non porterà né aiuto né vantaggio ma solo confusione e ignominia (Is 30, 5). Chi fabbrica un dio e fonde un idolo senza cercarne un vantaggio? (Is 44, 10). Io divulgherò la tua giustizia e le tue opere, che non ti saranno di vantaggio (Is 57, 12). Anche di là tornerai con le mani sul capo, perché il Signore ha rigettato coloro nei quali confidavi; da loro non avrai alcun vantaggio (Ger 2, 37).

Essi hanno seminato grano e mietuto spine, si sono stancati senz'alcun vantaggio; restano confusi per il loro raccolto a causa dell'ira ardente del Signore" (Ger 12, 13). "Intercedi per noi presso il Signore perché Nabucodònosor re di Babilonia ci muove guerra; forse il Signore compirà a nostro vantaggio qualcuno dei suoi tanti prodigi, così che egli si allontani da noi" (Ger 21, 2). Avete affermato: "E inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall'aver osservato i suoi comandamenti o dall'aver camminato in lutto davanti al Signore degli Eserciti? (Ml 3, 14). Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? (Mt 16, 26).

E aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando (Mc 5, 26). Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne (Rm 9, 3). Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri (Rm 11, 28). Non sarà certo un alimento ad avvicinarci a Dio; né, se non ne mangiamo, veniamo a mancare di qualche cosa, né mangiandone ne abbiamo un vantaggio (1Cor 8, 8). E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dall'anno passato siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma a desiderarla (2Cor 8, 10).

Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del Vangelo (Fil 1, 12). Non è però il vostro dono che io ricerco, ma il frutto che ridonda a vostro vantaggio (Fil 4, 17). Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti (1Ts 4, 15). Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli sperimentasse la morte a vantaggio di tutti (Eb 2, 9).

Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano per vostre anime, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi (Eb 13, 17).

Vantaggio per chi osserva la Parola e svantaggio per chi non la osserva sono storicamente evidenti. Ma chi fa il male e cieco e non li vede.



15Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti».

Un pensiero falso conduce ad una falsa conclusione. Poiché dal bene nessun vantaggio – pensiero falso – si devono proclamare beati i superbi.



Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti».

Ecco la conclusione falsa: i superbi vanno proclamati beati perché, pur facendo il male si moltiplicano e restano impuniti. Dio non interviene su di essi.

In Giobbe sulla questione del bene e del male fisico si apre un ampio dibattito. Nulla è più matematico: male=morte; bene=vita. Entra il mistero della prova.

Dio può saggiare il cuore del giusto, privandolo anche di ogni bene e della sua stessa salute. Dopo Giobbe, il mistero della prova è parte della rivelazione.



Sofar di Naamà prese a dire:

«Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere e c’è fretta dentro di me. Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo, ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a replicare. Non sai tu che da sempre, da quando l’uomo fu posto sulla terra, il trionfo degli empi è breve e la gioia del perverso è di un istante?

Anche se si innalzasse fino al cielo la sua statura e il suo capo toccasse le nubi, come il suo sterco sarebbe spazzato via per sempre e chi lo aveva visto direbbe: “Dov’è?”. Svanirà come un sogno, e non lo si troverà più, si dileguerà come visione notturna.

L’occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà né più lo scorgerà la sua casa. I suoi figli dovranno risarcire i poveri e le sue stesse mani restituiranno le sue ricchezze. Le sue ossa erano piene di vigore giovanile, con lui ora giacciono nella polvere.

Se alla sua bocca fu dolce il male, se lo teneva nascosto sotto la sua lingua, assaporandolo senza inghiottirlo, se lo tratteneva in mezzo al suo palato, il suo cibo gli si guasterà nelle viscere, gli si trasformerà in veleno di vipere. I beni che ha divorato, dovrà vomitarli, Dio glieli caccerà fuori dal ventre. Veleno di vipere ha succhiato, una lingua di aspide lo ucciderà.

Non vedrà più ruscelli d’olio, fiumi di miele e fior di panna; darà ad altri il frutto della sua fatica senza mangiarne, come non godrà del frutto del suo commercio, perché ha oppresso e abbandonato i miseri, ha rubato case invece di costruirle; perché non ha saputo calmare il suo ventre, con i suoi tesori non si salverà.

Nulla è sfuggito alla sua voracità, per questo non durerà il suo benessere. Nel colmo della sua abbondanza si troverà in miseria; ogni sorta di sciagura piomberà su di lui. Quando starà per riempire il suo ventre, Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno e gli farà piovere addosso brace. Se sfuggirà all’arma di ferro, lo trafiggerà l’arco di bronzo.

Se estrarrà la freccia dalla schiena, una spada lucente gli squarcerà il fegato. Lo assaliranno i terrori; le tenebre più fitte gli saranno riservate. Lo divorerà un fuoco non attizzato da uomo, esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda.

Riveleranno i cieli la sua iniquità e la terra si alzerà contro di lui. Sparirà il raccolto della sua casa, tutto sarà disperso nel giorno della sua ira. Questa è la sorte che Dio riserva all’uomo malvagio, l’eredità che Dio gli ha decretato» (Gb 20,1.-29).

Giobbe prese a dire:

«Ascoltate bene la mia parola e sia questo almeno il conforto che mi date. Tollerate che io parli e, dopo che avrò parlato, deridetemi pure. Mi lamento forse di un uomo? E perché non dovrei perdere la pazienza? Statemi attenti e resterete stupiti, mettetevi la mano sulla bocca. Se io ci penso, rimango turbato e la mia carne è presa da un brivido.

Perché i malvagi continuano a vivere, e invecchiando diventano più forti e più ricchi? La loro prole prospera insieme con loro, i loro rampolli crescono sotto i loro occhi. Le loro case sono tranquille e senza timori; il bastone di Dio non pesa su di loro. Il loro toro monta senza mai fallire, la mucca partorisce senza abortire.

Mandano fuori, come un gregge, i loro ragazzi e i loro figli danzano in festa. Cantano al ritmo di tamburelli e di cetre, si divertono al suono dei flauti. Finiscono nel benessere i loro giorni e scendono tranquilli nel regno dei morti.

Eppure dicevano a Dio: “Allontànati da noi, non vogliamo conoscere le tue vie. Chi è l’Onnipotente, perché dobbiamo servirlo? E che giova pregarlo?”. Essi hanno in mano il loro benessere e il consiglio degli empi è lontano da lui. Quante volte si spegne la lucerna degli empi, e la sventura piomba su di loro, e infligge loro castighi con ira?

Sono essi come paglia sollevata al vento o come pula in preda all’uragano? “Dio – si dirà – riserva il castigo per i figli dell’empio”. No, lo subisca e lo senta lui il castigo! Veda con i suoi occhi la sua rovina e beva dell’ira dell’Onnipotente!

Che cosa gli importa infatti della sua casa quando è morto, quando il numero dei suoi mesi è finito? S’insegna forse la scienza a Dio, a lui che giudica gli esseri celesti? Uno muore in piena salute, tutto tranquillo e prospero; i suoi fianchi sono coperti di grasso e il midollo delle sue ossa è ben nutrito.

Un altro muore con l’amarezza in cuore, senza aver mai assaporato la gioia. Eppure entrambi giacciono insieme nella polvere e i vermi li ricoprono. Ecco, io conosco bene i vostri pensieri e i progetti che tramate contro di me! Infatti voi dite: “Dov’è la casa del nobile, dove sono le tende degli empi?”.

Perché non avete chiesto a chi ha viaggiato e non avete considerato attentamente le loro prove? Cioè che nel giorno della sciagura è risparmiato il malvagio e nel giorno dell’ira egli trova scampo? Chi gli rimprovera in faccia la sua condotta e di quel che ha fatto chi lo ripaga? Egli sarà portato al sepolcro, sul suo tumulo si veglia e gli sono lievi le zolle della valle. Camminano dietro a lui tutti gli uomini e innanzi a sé ha una folla senza numero. E voi vorreste consolarmi con argomenti vani! Nelle vostre risposte non c’è altro che inganno» (Gb 21,1-34).

Il Signore prova i giusti anche attraverso le sofferenze e le privazioni. Spesso li prova chiedendo loro il dono della stessa vita. La benedizione sarà eterna.

In questo contesto a noi interessa affermare il principio, la verità eterna: il male mai potrà produrre frutti buoni. Il bene mai produrrà frutti cattivi.

Altro principio eterno o verità da affermare: nella tenda eterna di Dio entrano solo quelli che sono stati fedeli alla Legge. Per gli altri ci sarà lo stagno di fuoco.

In Giobbe entra un terzo fattore che ci aiuta a leggere la verità della nostra vita: la testimonianza della coscienza. Che significa testimonianza della coscienza?

Quando la nostra coscienza si esamina sulla Legge del Signore, norma per norma, e si trova fedele ad essa. La sua sofferenza è una prova di fedeltà.

Se invece si trova disobbediente alla Legge, allora la sua sofferenza serve a farlo retrocedere dal male, convertendosi e credendo nella Parola.

Ad ognuno l’obbligo di stabilire se il male che si abbatte sulla sua persona è una prova di fedeltà oppure una grazia per la sua conversione e salvezza.

Attraverso il profeta Malachia, il Signore avverte il suo popolo. Bene e male presso di Lui hanno delle conseguenze eterne. Urge andare oltre il tempo.

Ma anche nel tempo hanno delle conseguenze. Basti osservare quanto Lui ha detto sulle decime e sulle primizie. L’obbedienza alla Legge dona sempre vita.



16Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome.

I timorati di Dio sono coloro che vivono nella Legge del Signore. Essi credono che ogni Parola proferita da Dio infallibilmente si compie.



Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Di sicuro essi parlano della verità della Parola di Dio.

Essi non solo parlano, si impegnano a rimanere fedeli alla Legge dell’alleanza. I timorati di Dio si incoraggiano gli uni gli altri a camminare nella verità.

Dio ascolta i discorsi dei timorati e prende la decisione di scrivere un libro di memoria davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome.

In questo libro della vita sono scritti tutti coloro che temono il Signore e osservano fedelmente la sua Parola. Questo libro è davanti al Signore.



Nella Scrittura Santa si parla del Libro della Legge, ma anche del Libro della vita. Nell’apocalisse del Libro della storia sigillato con sette sigilli.

LIBRO


Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio (Gen 5, 1). Allora il Signore disse a Mosè: "Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalek sotto il cielo!" (Es 17, 14). Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: "Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo!" (Es 24, 7). Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!".(Es 32, 32).

Il Signore disse a Mosè: "Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me (Es 32, 33). Per questo si dice nel libro delle Guerre del Signore: "Vaeb in Sufa e i torrenti, l'Arnon (m 21, 14). Quando si insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti (Dt 17, 18). Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore tuo Dio (Dt 28, 58). Anche ogni altra malattia e ogni flagello, che non sta scritto nel libro di questa legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non sia distrutto (Dt 28, 61). il Signore non consentirà a perdonarlo; anzi in tal caso la collera del Signore e la sua gelosia si accenderanno contro quell'uomo e si poserà sopra di lui ogni imprecazione scritta in questo libro e il Signore cancellerà il suo nome sotto il cielo (Dt 29, 19).

Il Signore lo segregherà, per sua sventura, da tutte le tribù d'Israele, secondo tutte le imprecazioni dell'alleanza scritta in questo libro della legge (Dt 29, 20). Per questo si è accesa la collera del Signore contro questo paese, mandandovi contro tutte le imprecazioni scritte in questo libro (Dt 29, 26). Quando obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge; quando ti sarai convertito al Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima (Dt 30, 10). Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di questa legge (Dt 31, 24).

"Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell'arca dell'alleanza del Signore vostro Dio; vi rimanga come testimonio contro di te (Dt 31, 26). Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma meditalo giorno e notte, perchè tu cerchi di agire secondo quanto vi è scritto; poiché allora tu porterai a buon fine le tue imprese e avrai successo (Gs 1, 8). Secondo quanto aveva ordinato Mosè, servo del Signore, agli Israeliti, come è scritto nel libro della legge di Mosè, un altare di pietre intatte, non toccate dal ferro; vi si sacrificarono sopra olocausti e si offrirono sacrifici di comunione (Gs 8, 31). Giosuè lesse tutte le parole della legge, la benedizione e la maledizione, secondo quanto è scritto nel libro della legge (Gs 8, 34).

Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici. Non è forse scritto nel libro del Giusto: "Stette fermo il sole in mezzo al cielo e non si affrettò a calare quasi un giorno intero (Gs 10, 13). Gli uomini andarono, passarono per la regione, la descrissero secondo le città in sette parti su di un libro e vennero da Giosuè all'accampamento, in Silo (Gs 18, 9). Siate forti nell'osservare ed eseguire quanto è scritto nel libro della legge di Mosè, senza deviare né a destra, né a sinistra (Gs 23, 6). Poi Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge di Dio; prese una grande pietra e la rizzò là, sotto il terebinto, che è nel santuario del Signore (Gs 24, 26).

Samuele espose a tutto il popolo i diritti del regno e li scrisse in un libro che depositò davanti al Signore. Poi Samuele congedò tutto il popolo perchè andasse ognuno a casa sua (1Sam 10, 25). E ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda. Ecco, si trova scritto nel Libro del Giusto (2Sam 1, 18). Le altre gesta di Salomone, le sue azioni e la sua sapienza, sono descritte nel libro della gesta di Salomone (1Re 11, 41). Le altre gesta di Geroboamo, le sue guerre e il suo regno, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (1Re 14, 19). Le altre gesta di Roboamo, tutte le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (1Re 14, 29). Le altre gesta di Abiam, tutte le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (1Re 15, 6).

Le altre gesta di Asa, tutte le sue prodezze e tutte le sue azioni, le città che egli edificò, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda. Egli nella sua vecchiaia ebbe la podagra (1Re 15, 23). Le altre gesta di Nadab e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (1Re 15, 31). Le altre gesta di Baasa, le sue azioni e le sue prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (1Re 16, 5). Le altre gesta di Ela e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (1Re 16, 14). Le altre gesta di Zimri e la congiura da lui organizzata sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (1Re 16, 20). Le altre gesta di Omri, tutte le sue azioni e le sue prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (1Re 16, 27). Le altre gesta di Acab, tutte le sue azioni, la costruzione della casa d'avorio e delle città da lui erette, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (1Re 22, 39).

Le altre gesta di Giòsafat, le prodezze compiute da lui e le sue guerre sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (1Re 22, 46). Le altre gesta di Acazia, le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 1, 18). Le altre gesta di Ioram, tutte le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 8, 23). Le altre gesta di Ieu, tutte le sue azioni e le sue prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 10, 34). Le altre gesta di Ioas e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 12, 20).

Le altre gesta di Ioacaz, tutte le sue azioni e prodezze, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 13, 8). Le altre gesta di Ioas, tutte le sue azioni e prodezze, le guerre combattute con Amazia re di Giuda, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 13, 12). Ma non uccise i figli degli assassini, secondo quanto è scritto nel libro della legge di Mosè, ove il Signore prescrive: "I padri non moriranno per i figli né i figli per i padri, perché ognuno morirà per il suo peccato" (2Re 14, 6). Le altre gesta di Ioas, le sue azioni, le sue prodezze e le sue guerre con Amazia re di Giuda sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 14, 15). Le altre gesta di Amazia sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 14, 18).

Le altre gesta di Geroboamo, le sue azioni e le sue prodezze in guerra, la sua riconquista di Damasco e di Camat in favore di Israele, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 14, 28). Le altre gesta di Azaria, tutte le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 15, 6). Le altre gesta di Zaccaria, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 15, 11). Le altre gesta di Sallùm e la congiura da lui organizzata, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 15, 15). Le altre gesta di Menachem e tutte le sue azioni, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 15, 21). Le altre gesta di Pekachia e tutte le sue azioni, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 15, 26).

Le altre gesta di Pekach e tutte le sue azioni, ecco sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Israele (2Re 15, 31). Le altre gesta di Iotam, le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 15, 36). Le altre gesta di Acaz, le sue azioni, ecco, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 16, 19). Le altre gesta di Ezechia, tutte le sue prodezze, la costruzione della piscina e del canale, con cui portò l'acqua nella città, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 20, 20). Le altre gesta di Manasse, tutte le sue azioni e le colpe commesse, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 21, 17). Le altre gesta di Amon, le sue azioni, sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 21, 25). Il sommo sacerdote Chelkia disse allo scriba Safan: "Ho trovato nel tempio il libro della legge". Chelkia diede il libro a Safan, che lo lesse (2Re 22, 8).

Inoltre lo scriba Safan riferì al re: "Il sacerdote Chelkia mi ha dato un libro". Safan lo lesse davanti al re (2Re 22, 10). Udite le parole del libro della legge, il re si lacerò le vesti (2Re 22, 11). "Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, intorno alle parole di questo libro ora trovato; difatti è grande la collera del Signore, che si è accesa contro di noi perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro e nelle loro azioni non si sono ispirati a quanto è stato scritto per noi" (2Re 22, 13). Così parla il Signore: Eccomi, io faccio piombare una sciagura su questo luogo e sui suoi abitanti, attuando tutte le parole del libro lette dal re di Giuda (2Re 22, 16).

Il re salì al tempio del Signore insieme con tutti gli uomini di Giuda e con tutti gli abitanti di Gerusalemme, con i sacerdoti, con i profeti e con tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Ivi fece leggere alla loro presenza le parole del libro dell'alleanza, trovato nel tempio (2Re 23, 2). Il re, in piedi presso la colonna, concluse un'alleanza davanti al Signore, impegnandosi a seguire il Signore e a osservarne i comandi, le leggi e i decreti con tutto il cuore e con tutta l'anima, mettendo in pratica le parole dell'alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all'alleanza (2Re 23, 3). Il re ordinò a tutto il popolo: "Celebrate la Pasqua per il Signore vostro Dio, con il rito descritto nel libro di questa alleanza" (2Re 23, 21).

Giosia fece poi scomparire anche i negromanti, gli indovini, i terafim, gli idoli e tutti gli abomini, che erano nel paese di Giuda e in Gerusalemme, per mettere in pratica le parole della legge scritte nel libro trovato dal sacerdote Chelkia nel tempio (2Re 23, 24). Le altre gesta di Giosia e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 23, 28). Le altre gesta di Ioiakim e tutte le sue azioni sono descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda (2Re 24, 5). Tutti gli Israeliti furono registrati per genealogie e iscritti nel libro dei re di Israele e di Giuda; per le loro colpe furono deportati in Babilonia (1Cr 9, 1).

Ioab figlio di Zeruià aveva cominciato il censimento, ma non lo terminò; proprio per esso si scatenò l'ira su Israele. Questo censimento non fu registrato nel libro delle Cronache del re Davide (1Cr 27, 24). Le gesta del re Davide, le prime come le ultime, ecco sono descritte nei libri del veggente Samuele, nel libro del profeta Natan e nel libro del veggente Gad (1Cr 29, 29). Ecco le gesta di Asa, le prime come le ultime, sono descritte nel libro dei re di Giuda e di Israele (2Cr 16, 11). Insegnarono in Giuda; avevano con sé il libro della legge del Signore e percorsero tutte le città di Giuda, istruendo il popolo (2Cr 17, 9). Le altre gesta di Giòsafat, le prime come le ultime, ecco sono descritte negli atti di Ieu, figlio di Canàni, inseriti nel libro dei re di Israele (2Cr 20, 34). Quanto riguarda i suoi figli, la quantità dei tributi da lui riscossi, il restauro del tempio di Dio, ecco tali cose sono descritte nella memoria del libro dei re. Al suo posto divenne re suo figlio Amazia (2Cr 24, 27).

Ma non uccise i loro figli, perché sta scritto nel libro della legge di Mosè il comando del Signore: "I padri non moriranno per i figli, né i figli per i padri, ma ognuno morirà per il suo peccato" (2Cr 25, 4). Le altre gesta di Amazia, le prime come le ultime, sono descritte nel libro dei re di Giuda e di Israele (2Cr 25, 26). Le altre gesta di Iotam, tutte le sue guerre e la sua condotta, ecco sono descritte nel libro dei re di Israele e di Giuda (2Cr 27, 7). Le altre gesta di lui e tutte le sue azioni, le prime come le ultime, ecco, sono descritte nel libro dei re di Giuda e di Israele (2Cr 28, 26). Le altre gesta di Ezechia e le sue opere di pietà ecco sono descritte nella visione del profeta Isaia, figlio di Amoz, e nel libro dei re di Giuda e di Israele (2Cr 32, 32).

Mentre si prelevava il denaro depositato nel tempio, il sacerdote Chelkia trovò il libro della legge del Signore, data per mezzo di Mosè (2Cr 34, 14). Chelkia prese la parola e disse allo scriba Safàn: "Ho trovato nel tempio il libro della legge". Chelkia diede il libro a Safàn (2Cr 34, 15). Safàn portò il libro dal re; egli inoltre riferì al re: "Quanto è stato ordinato, i tuoi servitori lo eseguiscono (2Cr 34, 16). Poi lo scriba Safàn annunziò al re: "Il sacerdote Chelkia mi ha dato un libro". Safàn ne lesse una parte alla presenza del re (2Cr 34, 18). "Andate, consultate il Signore per me e per quanti sono rimasti in Israele e in Giuda riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, poiché i nostri padri non hanno ascoltato le parole del Signore facendo quanto sta scritto in questo libro" (2Cr 34, 21). Dice il Signore: Ecco, io farò piombare una sciagura su questo luogo e sui suoi abitanti, tutte le maledizioni scritte nel libro letto davanti al re di Giuda (2Cr 34, 24).

Il re, insieme con tutti gli uomini di Giuda, con gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i leviti e tutto il popolo, dal più grande al più piccolo, salì al tempio. Egli fece leggere ai loro orecchi tutte le parole del libro dell'alleanza, trovato nel tempio (2Cr 34, 30). Il re, stando in piedi presso la colonna, concluse un'alleanza davanti al Signore, impegnandosi a seguire il Signore, a osservarne i comandi, le leggi e i decreti con tutto il cuore e con tutta l'anima, eseguendo le parole dell'alleanza scritte in quel libro (2Cr 34, 31). Misero da parte l'olocausto da distribuire ai figli del popolo, secondo le divisioni dei vari casati, perché lo presentassero al Signore, come sta scritto nel libro di Mosè. Lo stesso fecero per i buoi (2Cr 35, 12). le sue gesta, le prime come le ultime, ecco sono descritte nel libro dei re di Israele e di Giuda (2Cr 35, 27).

Le altre gesta di Ioiakìm, gli abomini da lui commessi e le colpe che risultarono sul suo conto, ecco sono descritti nel libro dei re di Israele e di Giuda. Al suo posto divenne re suo figlio Ioiachìn (2Cr 36, 8). Perché si facciano ricerche nel libro delle memorie dei tuoi padri: tu troverai in questo libro di memorie e constaterai che questa città è ribelle, causa di guai per i re e le province, e le ribellioni vi sono avvenute dai tempi antichi. Per tali ragioni questa città è stata distrutta (Esd 4, 15). Inoltre stabilirono i sacerdoti divisi secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni per il servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel libro di Mosè (Esd 6, 18). Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse ad Esdra, lo scriba, di portare il libro della legge di Mosè che il Signore aveva dato a Israele (Ne 8, 1). Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l'orecchio a sentire il libro della legge (Ne 8, 3).

Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutto il popolo; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi (Ne 8, 5). Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso, e così facevano comprendere la lettura (Ne 8, 8). Esdra fece la lettura del libro della legge di Dio ogni giorno, dal primo all'ultimo; la festa si celebrò durante sette giorni e l'ottavo vi fu una solenne assemblea secondo il rito (Ne 8, 18). Poi si alzarono in piedi nel posto dove si trovavano e fu fatta la lettura del libro della legge del Signore loro Dio, per un quarto della giornata; per un altro quarto essi fecero la confessione dei peccati e si prostrarono davanti al Signore loro Dio (Ne 9, 3).

I capi dei casati levitici sono registrati nel libro delle Cronache fino al tempo di Giovanni, figlio di Eliasib (Ne 12, 23). In quel tempo si lesse in presenza del popolo il libro di Mosè e vi si trovò scritto che l'Ammonita e il Moabita non dovevano mai entrare nella comunità di Dio (Ne 13, 1). Libro della storia di Tobi, figlio di Tòbiel, figlio di Anàniel, figlio di Aduel, figlio di Gàbael, della discendenza di Asiel, della tribù di Neftali (Tb 1, 1). Ma Tobia disse: "Non mangerò affatto né berrò, prima che tu abbia preso una decisione a mio riguardo". Rispose Raguele: "Lo farò! Essa ti viene data secondo il decreto del libro di Mosè e come dal cielo è stato stabilito che ti sia data. Prendi dunque tua cugina, d'ora in poi tu sei suo fratello e lei tua sorella. Ti viene concessa da oggi per sempre. Il Signore del cielo vi assista questa notte, figlio mio, e vi conceda la sua misericordia e la sua pace" (Tb 7, 12).

Raguele chiamò la figlia Sara e quando essa venne la prese per mano e l'affidò a Tobia con queste parole: "Prendila; secondo la legge e il decreto scritto nel libro di Mosè ti viene concessa in moglie. Tienila e sana e salva conducila da tuo padre. Il Dio del cielo vi assista con la sua pace" (Tb 7, 13). Fatta investigazione e scoperto il fatto, i due eunuchi furono impiccati a un palo. E la cosa fu registrata nel libro delle cronache, alla presenza del re (Est 2, 23). Quella notte il re non poteva prendere sonno. Allora ordinò che gli si portasse il libro delle memorie, le cronache, e ne fu fatta la lettura alla presenza del re (Est 6, 1). Un ordine di Ester stabilì le circostanze di questi Purim e fu scritto in un libro (Est 9, 32).

Quanto poi a tutti i fatti concernenti la potenza e il valore di Mardocheo e quanto alla completa descrizione della sua grandezza e della sua elevazione da parte del re, sono cose scritte nel libro delle cronache dei re di Media e di Persia (Est 10, 2). Se qualcuno veniva trovato in possesso di una copia del libro dell'alleanza o ardiva obbedire alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte (1Mac 1, 57). Aprirono il libro della legge per scoprirvi quanto i pagani cercavano di sapere dagli idoli dei loro dei (1Mac 3, 48). Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo (2Mac 6, 12). fece inoltre leggere da Eleàzaro il libro sacro e, data la parola d'ordine "Aiuto di Dio", postosi a capo del primo reparto, attaccò Nicànore (2Mac 8, 23).

Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro (Gb 19, 23). Allora ho detto: "Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro di me è scritto (Sal 39, 8). I passi del mio vagare tu li hai contati, le mie lacrime nell'otre tuo raccogli; non sono forse scritte nel tuo libro? (Sal 55, 9). Siano cancellati dal libro dei viventi e tra i giusti non siano iscritti (Sal 68, 29). Il Signore scriverà nel libro dei popoli: "Là costui è nato" (Sal 86, 6). Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno (Sal 138, 16). Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo, la legge che ci ha imposto Mosè, l'eredità delle assemblee di Giacobbe (Sir 24, 22).

Una dottrina di sapienza e di scienza ha condensato in questo libro Gesù figlio di Sirach, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme, che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore (Sir 50, 27).

Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dá a uno che sappia leggere dicendogli: "Leggilo", ma quegli risponde: "Non posso, perché è sigillato" (Is 29, 11). Oppure si dá il libro a chi non sa leggere dicendogli: "Leggilo", ma quegli risponde: "Non so leggere" (Is 29, 12). Udranno in quel giorno i sordi le parole di un libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno (Is 29, 18). Tutta la milizia celeste si dissolve, i cieli si arrotolano come un libro, tutti i loro astri cadono come cade il pampino della vite, come le foglie avvizzite del fico (Is 34, 4). Cercate nel libro del Signore e leggete: nessuno di essi vi manca, poiché la bocca del Signore lo ha comandato e il suo spirito li raduna (Is 34, 16b).

Manderò dunque a effetto su questo paese tutte le parole che ho pronunziate a suo riguardo, quanto è scritto in questo libro, ciò che Geremia aveva predetto contro tutte le nazioni (Ger 25, 13). Dice il Signore, Dio di Israele: "Scriviti in un libro tutte le cose che ti dirò (Ger 30, 2). Baruc dunque lesse nel libro facendo udire a tutto il popolo le parole di Geremia, nel tempio del Signore, nella stanza di Ghemaria, figlio di Safan lo scriba, nel cortile superiore presso l'ingresso della Porta Nuova del tempio del Signore (Ger 36, 10). Michea figlio di Ghemaria, figlio di Safan, udite tutte le parole del Signore lette dal libro (Ger 36, 11). Michea riferì loro tutte le parole che aveva udite quando Baruc leggeva nel libro al popolo in ascolto (Ger 36, 13).

Baruc rispose: "Di sua bocca Geremia mi dettava tutte queste parole e io le scrivevo nel libro con l'inchiostro" (Ger 36, 18). Geremia prese un altro rotolo e lo consegnò a Baruc figlio di Neria, lo scriba, il quale vi scrisse, sotto la dettatura di Geremia, tutte le parole del libro che Ioiakim re di Giuda aveva bruciato nel fuoco; inoltre vi furono aggiunte molte parole simili a quelle (Ger 36, 32). Questa è la parola che il profeta Geremia comunicò a Baruc figlio di Neria, quando egli scriveva queste parole in un libro sotto la dettatura di Geremia nel quarto anno di Ioiakim figlio di Giosia, re di Giuda (Ger 45, 1).

Queste sono le parole del libro che Baruc figlio di Neria, figlio di Maasià, figlio di Sedecìa, figlio di Asadia, figlio di Chelkìa, scrisse in Babilonia (Bar 1, 1). Baruc lesse le parole di questo libro alla presenza di Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda e di tutto il popolo, accorso per ascoltare la lettura (Bar 1, 3). Leggete perciò questo libro che vi abbiamo mandato per fare pubblica confessione nel tempio del Signore, in giorno di festa e nei giorni opportuni (Bar 1, 14). Essa è il libro dei decreti di Dio, è la legge che sussiste nei secoli; quanti si attengono ad essa avranno la vita, quanti l'abbandonano moriranno (Bar 4, 1).

La mia mano sarà sopra i profeti dalle false visioni e dai vaticini bugiardi; non avranno parte nell'assemblea del mio popolo, non saranno scritti nel libro d'Israele e non entreranno nel paese d'Israele: saprete che io sono il Signore Dio (Ez 13, 9). Io ti dichiarerò ciò che è scritto nel libro della verità. Nessuno mi aiuta in questo se non Michele, il vostro principe (Dn 10, 21). Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro (Dn 12, 1). Ora tu, Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al tempo della fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza sarà accresciuta" (Dn 12, 4).

Oracolo su Ninive. Libro della visione di Naum da Elcos (Na 1, 1). Allora parlarono tra di loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome (Ml 3, 16). A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe? (Mc 12, 26). Com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! (Lc 3, 4). Se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: Ha detto il Signore al mio Signore: siedi alla mia destra (Lc 20, 42).

Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro (Gv 20, 30). Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio (At 1, 1). Infatti sta scritto nel libro dei Salmi: La sua dimora diventi deserta, e nessuno vi abiti, e il suo incarico lo prenda un altro (At 1, 20). Ma Dio si ritrasse da loro e li abbandonò al culto dell' esercito del cielo, come è scritto nel libro dei Profeti (At 7, 42). Quelli invece che si richiamano alle opere della legge, stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle (Gal 3, 10). E prego te pure, mio fedele collaboratore, di aiutarle, poiché hanno combattuto per il vangelo insieme con me, con Clemente e con gli altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita (Fil 4, 3).

Infatti dopo che Mosè ebbe proclamato a tutto il popolo ogni comandamento secondo la legge, preso il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, ne asperse il libro stesso e tutto il popolo (Eb 9, 19). Allora ho detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà (Eb 10, 7). Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese: a Efeso, a Smirne, a Pèrgamo, a Tiàtira, a Sardi, a Filadèlfia e a Laodicèa (Ap 1, 11). Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi Angeli (Ap 3, 5). E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli (Ap 5, 1).

Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: "Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?" (Ap 5, 2). Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo (Ap 5, 3). Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo (Ap 5, 4). Uno dei vegliardi mi disse: "Non piangere più; ecco, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide; egli dunque aprirà il libro e i suoi sette sigilli" (Ap 5, 5). E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono (Ap 5, 7). Cantavano un canto nuovo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione» (Ap 5, 9).

Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra (Ap 10, 2). Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: "Và, prendi il libro aperto dalla mano dell'angelo che sta ritto sul mare e sulla terra" (Ap 10, 8). Allora mi avvicinai all'angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: "Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele" (Ap 10, 9). Presi quel piccolo libro dalla mano dell'angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l'ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l'amarezza (Ap 10, 10).

L'adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato (Ap 13, 8). La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall'Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà (Ap 17, 8). Poi vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri e fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere (Ap 20, 12). E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco (Ap 20, 15).

Non entrerà in essa nulla d'impuro, né chi commette abominio o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello (Ap 21, 27). Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro" (Ap 22, 7). Ma egli mi disse: "Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. E' Dio che devi adorare" (Ap 22, 9).

Poi aggiunse: "Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino (Ap 22, 10). Dichiaro a chiunque ascolta le parole profetiche di questo libro: a chi vi aggiungerà qualche cosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro (Ap 22, 18). E chi toglierà qualche parola di questo libro profetico, Dio lo priverà dell'albero della vita e della città santa, descritti in questo libro (Ap 22, 19).

Nel libro della vita il Signore scrive coloro che gli appartengono. Quanti non gli appartengono, perché non sono nella legge, sono scritti nel libro della morte.

Ognuno deve porre molta attenzione perché il suo nome sia scritto nel libro della vita. Come? Scrivendolo oggi nel libro della Legge.

17Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve.

Quanti sono scritti nel libro delle memorie o della vita davanti al Signore, da Lui saranno considerati sua proprietà particolare per il giorno che Lui prepara.



Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Essendo sua proprietà particolare, Lui si prenderà cura di loro.

Come si prende cura? Come un padre si prende cura di un figlio che lo serve. Tutto dona il padre al figlio. Nulla gli fa mancare. La vita del padre è del figlio.

Per quanti sono a Lui fedeli, per quanti lo servono con obbedienza perfetta alla sua Legge, il Signore si pone a loro servizio. Il servizio di Dio è amore eterno.

18Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.

Vedendo il servizio di Dio verso coloro che lo temono, ogni uomo farà la differenza tra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.



Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve. La Scrittura Santa sempre ci mostra questa differenza.

Il Libro della Sapienza nella sua parte iniziale ci mostra il lamento dei dannati dell’inferno e la gioia dei giusti. È una gioia eterna ed un lamento senza fine.

Anche Gesù nella parabola del ricco cattivo e di Lazzaro il povero, ci rivela la differenza tra la gioia nel seno di Abramo e il tormento nel fuoco eterno.

Ma oggi l’uomo cosa fa? Anziché affermare questa differenza, ha deciso di negare l’esistenza dell’inferno, contro tutta la parola del Signore.

È questo il più grande misfatto compiuto ai danni dell’uomo. Che l’empio si illuda della non esistenza dell’inferno è “legittimo”. È empio. Non crede in Dio.

Che un ministro della Parola e un cultore della Sacra Scienza lo affermi, è tradimento altissimo della sua missione. Nessun tradimento è più grande.

Si dichiara incapace di leggere la Scrittura. Si dice inadatto ad insegnare la Sacra Scienza. Si professa un buono a nulla. Eppure molti gli credono.

19Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.

Ogni storia giunge alla sua conclusione. È il Signore che decide quando una storia debba dichiararsi conclusa. Verrà per tutti il giorno del giudizio.



Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Il giorno del Signore viene rovente come un forno.

Essendo rovente come un formo, il Signore metterà nel forno tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia. La paglia nel formo è divorata.

Di essa nulla resta. Li brucerà fin sotto terra. Di essi non rimarrà né radice né germoglio. Questo giudizio, preso alla lettera, avviene nella storia.

Sappiamo che nell’eternità l’anima nell’inferno è come il roveto ardente: brucia, ma non si consuma. Brucia per l’eternità, ma rimane sempre a bruciare.

È triste la fine di empi, superbi, malvagi. Non solo nell’eternità, ma anche nel tempo, quando il Signore viene per giudicare le loro azioni.

20Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla.

Diversa è invece la sorte di chi teme il Signore e cammina per le sue vie, che sono vie di obbedienza, rettitudine, fedeltà ai Comandamenti e alla Legge.



Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla.

Per i giusti, quando il Signore verrà per il giudizio, vi sarà una grande esplosione di vita. Per essi brillerà il sole della giustizia.

La vita esploderà in loro allo stesso modo che esplode quando i vitelli escono saltellanti dalla stalla. La differenza è oltremodo grande.

Superbi e malvagi ed empi saranno bruciati nel forno rovente. Giusti e timorati di Dio saranno pieni di ogni vita. Saranno illuminati dal sole che è Dio stesso.

Questa distinzione è sostanza, essenza, verità di tutta la rivelazione. Si toglie questa distinzione, si dichiara falsa tutta la Scrittura.

Anzi, non solo la si dichiara falsa, la si rende anche incomprensibile. Non si comprende perché Dio oggi abbia abolito la distinzione mentre prima esisteva.

Una sola verità tolta alla Scrittura e tutto diviene incomprensibile, illogico, senza alcuna spiegazione razionale. Diviene difficile rendere credibile il Signore.

Perché Eva pecca ed entra nella morte? Perché noi pecchiamo ed entriamo nella vita? Perché fino ad ieri l’inferno esisteva ed oggi non esiste più?

Siamo stati noi ad inventarlo ieri o siamo stati noi ad abolirlo oggi? Se l’inferno è rivelazione, esso era vero ieri ed è vero oggi. La Parola del Signore è eterna.

21Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti.

Oggi il malvagio calpesta il giusto, anzi lo ingoia, lo depreda, lo annienta. Domani saranno i giusti a calpestare sotto i loro piedi i malvagi.



Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti. I malvagi sono ridotti in cenere.

I giusti è come se avessero la cenere come via sulla quale camminare, avanzare. Questa immagine dice che la storia sarà tutta capovolta.

Anche nel Libro del Profeta Daniele questa distinzione tra l’empio e il giusto è quasi riportata alla lettera, con le stesse immagini e figure.

Ora, in quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro. Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre (Dn 12,1-3).

Anche l’Apocalisse chiude la sua profezia con questa distinzione e separazione tra il giusto e l’empio. Il giusto nel regno eterno, L’empio nello stagno di zolfo.



E aggiunse: «Non mettere sotto sigillo le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. Il malvagio continui pure a essere malvagio e l’impuro a essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.

Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all’albero della vita e, attraverso le porte, entrare nella città. Fuori i cani, i maghi, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna!

Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino» (Ap 22,10-16).

Ad ogni uomo, chiunque esso sia, è chiesta l’onestà di dire che la Scrittura Santa fa questa distinzione tra giustizia e ingiustizia, bene e male.

Anche un’altra onestà è chiesta: dire che la Scrittura insegna che la distinzione sarà eterna, dalle conseguenze eterne. Questa distinzione va gridata.

È vera questa distinzione? È falsa? A noi non deve interessare se è vera o falsa. L’onestà esige che noi diciamo che nella Scrittura essa esiste.

Poi saranno i criteri ermeneutici interni alla Scrittura a constatare la verità eterna di questa distinzione. I criteri devono essere interni, non di volontà.

I criteri di volontà non possono mai sostituire i criteri interni. Per volontà possiamo dire tutto ciò che vogliamo. Sempre poi la storia ci smentisce.

Il ministero della Parola è obbligato a trovare tutti i principi interni alla Scrittura per sostenere la verità di questa distinzione nel tempo e nell’eternità.

Di principi interni ce ne stanno una moltitudine. Quando invece si decide e si asserisce per volontà, si perde ogni onestà e si entra nella disonestà.

Le immagini esprimono una verità eterna. La verità è infinitamente oltre le immagini e le figure. Anche questa distinzione va predicata e insegnata.

Un forno rovente che consuma in breve tempo quanto vi viene posto in esso, è immagine che esprime la fine dell’empio. La verità è ben oltre l’immagine.

Nel forno tutto è ridotto in cenere. Nel forno eterno del Signore, nulla scompare. L’anima rimane in eterno consumata dal fuoco. Verità eterna.


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