Dipartimento iura sezione storia del diritto



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Rescriptum Constantini de quadraginta annorum praescriptione

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avete seminato questa terra?”. attraverso anoubion, 



57.  interprete, rispose: “a ragion veduta le abbiamo seminate, 

 

 



affinché le tasse non ricadessero su di noi”. il σύνδικος 

 

 



chiese: “da quanto tempo le avete semi-

58.  nate?”. e attraverso lo stesso interprete rispose: “le abbiamo 

 

 

seminate per una sola indizione”. il σύνδικος gli chiese: “e  



 

per quale ragione ora le avete date ai parenti di neilos?”. e  

 

attraverso lo stesso



59.  interprete rispose: “perché tutti riteniamo che (la terra) appartiene  

 

a loro”. il σύνδικος gli chiese: “avete dato loro la terra 



 

 

seminata?”. e attraverso lo stesso interprete 



c

oLonna


 iv

60.  rispose: “no, ma noi abbiamo dato loro tre artabe di grano per 

 

 

ogni campo”. theodoros  avvocato disse: “mente; non 



 

 

hanno ricevuto nulla ma furono costrette ad accettare [       ] [   ]



61.  di queste terre. il σύνδικος disse: “ma sarebbe stato necessario, 

 

 



che tu, subito, appena costretto, esperissi un’azione per 

 

 



mezzo di un documento scritto e non accettassi l’affitto”. 

 

 



neilos attraverso l’interprete disse: “subito mi recai 

62.  dal praepositus e mi disse: presenta un libello al prefetto”. 

 

 

alexandros disse: “affinchè dunque io renda più edotta la  



 

tua equità, esiste anche una casa 

63.  sotto lo stesso nome in questa città, posseduta dagli avversari per 

 

 



eredità paterna”. il σύνδικος chiese a neilos rappresentante:  

 

“hai sentito la tua avversa



64.  parte dire che possiedi anche una casa (registrata) sotto lo stesso  

 

nome delle terre ed è necessario che tu dichiari se 



 

 

legittimamente possiedi la casa o una parte o no”. 



 

 

neilos tramite anou-



65.  bion interprete archipereta rispose: “non so se ci sia una casa”.  

 

il σύνδικος  gli chiese: “chi dunque incassa l’affitto?”. 



 

 

attraverso lo stesso interprete rispose: “nessuno. infatti è 



 

 

crollata”. il σύνδικος  gli chiese: 




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66.  “come dunque prima hai negato che ci fosse una casa registrata a  

 

questo nome e ora ammetti invece che ci sia, anzi che sia  



 

crollata?” neilos attraverso lo stesso interprete rispose:

67.  “non so niente e non ho ricevuto nessun affitto”. il σύνδικος   

 

disse: “poiché la legge sacra e venerata dei nostri signori gli  



 

eterni sovrani  è stata depositata nei regi-

68.  stri della mia moderazione,

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 (legge) che prevede chiaramente  



 

che se siano trascorsi quaranta anni in favore del possessore  

 

di beni


69.  la giusta origine non sia oggetto di investigazione,

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 poiché inoltre  



 

anche germanos del villaggio di Karanis ha dichiarato che  

 

herais e taesis possiedono legittimamente i beni registrati a  



 

nome 


70.  di atisio, e poiché prima, mentre loro erano in fuga, (le terre)  

 

sono state seminate dai contadini del villaggio, e poiché ha  



 

dichiarato anche il rappresentante, da loro nominato, marito di 

71.  herais, di conoscere anche una casa (registrata) sotto il nome  

 

degli stessi campi, da ciò deriva che, in base alla stessa sacra e  



 

venerata legge e 

72.  in ragione del possesso di lungo tempo e in concordanza con la  

 

testimonianza di germanos capo del villaggio di Karanis,  



 

herais e taesis si tengano strette a queste terre e paghino 

73.  per esse le sacre imposte come anche pagavano sia per la casa sia  

 

per tutto il patrimonio registrato sotto quel nome. non è infatti



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 È difficile rinvenire nella lingua italiana un termine che possa rendere in traduzione il 

greco μετριότης. Nella filosofia greca esprimeva l’idea della “moderazione” (il “giusto mez-

zo” aristotelico) e fu ideale ripreso anche a roma, reso dal latino mediocritas: ci limitiamo a 

ricordare, ad esempio, l’oraziana aurea mediocritas e, ancora più tardi, nella convulsa tem-

perie culturale tardo antica, il pensiero di giuliano l’apostata. Qui sembra essere utilizzato 

quasi per entificare la funzione giudicante, e quindi la figura del σύνδικος stesso, funzione 

evidentemente ispirata all’ideale della “moderazione” stessa, intesa forse anche come “sen-

so di giustizia” (utilizzeremo questa espressione per tradurre μετριότης in col. iv. 74) o 

“equità”, equità alla quale, invero, si era appena prima appellato alexandros: col. ii. 62: 

ἵνα τοίν[υ]ν ἐντελέστερον ἀναδιδάξω τὴν σὴν ἐ μ μ έ λ ι α ν , affinchè dunque io renda 

più edotta la tua e q u i t à .

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 cfr. il diverso aggettivo in col. ii.29: μηδὲ π α λ α ι ὰ ν  ζητῖσθαι ἀρχήν.




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74.  conforme al mio senso di giustizia

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 porre termine al possesso di  



 

lungo tempo, essendo stata depositata la sacra legge”. neilos  

 

disse: “io presento appello”. il σύνδικος gli rispose: “agli atti”.



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 traduciamo qui μετριότης utilizzando l’espressione “senso di giustizia”. in col. iv 

68 abbiamo tradotto lo stesso termine in modo più letterale con “moderazione”. si veda 

supra nt. 25. 



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