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L. Del PistoiaParticolari eventi di vita, cattive balie, educazione troppo rigida, improvvisi terrori o spaventi, la perdita ella libertà, la povertà, l’indigenza, la paura di un incerto futuro, le malattie del cor
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səhifə | 2/12 | tarix | 14.12.2017 | ölçüsü | 446 b. | | #15797 |
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- Medico, fisico e chimico.
- Nel cervello si trova un’entità libera e autonoma che egli chiama “anima” o “ motus tonicus vitalis ”, principio attivo della vita dell’organismo; il cervello è l’organo dell’anima.
- Forze psicologiche negative possono agire sul biochimismo, alterare la dinamica dell’anima e favorire la comparsa di disturbi psichici.
- E’il primo ad ipotizzare la separazione tra stati mentali patologici di origine fisica (organica) e di origine emotiva (psicologica, funzionale).
- Evita le polemiche fra meccanicisti, iatrochimici e vitalisti per mettersi dalla parte dell’esperienza.
- La sintomatologia dell’isteria “non è mai uniforme, non ha leggi, è disordinata, […] per cui la stessa storia clinica risulta impossibile ed è del tutto farraginosa” (“come fosse Proteus”).
- Nella prima metà del XVIII secolo nasce un interesse classificatorio, sostenuto dall’opera del medico e botanico Linneo.
- In questa prospettiva nel XVIII secolo operano, oltre a Linneo: Sauvages, Vogel, MacBrid, Sagar, Vitel e Cullen.
- Ogni genere è ulteriormente classificato (la malinconia è suddivisa in ben 13 generi).
- Avvalora il ruolo del principio vitale che ha sede nel cervello ed è formato da un “fluido nervoso”: se è più tonico, sostiene la mania, se meno, la malinconia.
- Questa operazione nosografica si alimenta del modello interpretativo di Willis: tutte le malattie mentali e neurologiche indicano dei disturbi del cervello.
Particolari eventi di vita, cattive balie, educazione troppo rigida, improvvisi terrori o spaventi, la perdita ella libertà, la povertà, l’indigenza, la paura di un incerto futuro, le malattie del corpo.”
Medico, fisico e chimico. Medico, fisico e chimico. In medicina, con la sua opera fondamentale intitolata Theoria medica vera (1708) sostiene un sistema animistico, in opposizione al meccanicismo di Boerhaave e Hoffmann. Il suo modello vitalistico trae le sue origini dalla filosofia aristotelica e da quella stoica. Nel cervello si trova un’entità libera e autonoma che egli chiama “anima” o “motus tonicus vitalis”, principio attivo della vita dell’organismo; il cervello è l’organo dell’anima.
Forze psicologiche negative possono agire sul biochimismo, alterare la dinamica dell’anima e favorire la comparsa di disturbi psichici. Forze psicologiche negative possono agire sul biochimismo, alterare la dinamica dell’anima e favorire la comparsa di disturbi psichici. Se l’energia dell’anima è debole, i “patemi” smuovono gli umori, causano immagini mentali morbose che “persuadono” il corpo; l’organismo segue il comportamento come dettato dal contenuto della rappresentazione mentale. E’il primo ad ipotizzare la separazione tra stati mentali patologici di origine fisica (organica) e di origine emotiva (psicologica, funzionale).
“L’Ippocrate Inglese”. “L’Ippocrate Inglese”. Evita le polemiche fra meccanicisti, iatrochimici e vitalisti per mettersi dalla parte dell’esperienza. “Seguire le leggi della natura, osservare i sintomi e dettare la terapia”. Elabora una pozione contenente oppio (“liquore di Sydenham”), rimasta in uso per secoli.
L’isteria non nasce da una “strangulatio uteri”, ma dalla co-azione fra temperamento ed evento esterno scatenante (“causa procatartica”), che determina una “commozione dell’anima” con lo squilibrare le funzioni mentali. L’isteria non nasce da una “strangulatio uteri”, ma dalla co-azione fra temperamento ed evento esterno scatenante (“causa procatartica”), che determina una “commozione dell’anima” con lo squilibrare le funzioni mentali. Da ciò la varietà dei sintomi: pseudo-epilettici, pseudo-paralitici, dolori di ogni tipo, specie il senso di “chiodo” al vertice del capo e anche disturbi affettivi come tristezza, disperazione e paura. La sintomatologia dell’isteria “non è mai uniforme, non ha leggi, è disordinata, […] per cui la stessa storia clinica risulta impossibile ed è del tutto farraginosa” (“come fosse Proteus”).
Nella prima metà del XVIII secolo nasce un interesse classificatorio, sostenuto dall’opera del medico e botanico Linneo. Nella prima metà del XVIII secolo nasce un interesse classificatorio, sostenuto dall’opera del medico e botanico Linneo. I disturbi neurologici e psichiatrici vengono perciò affrontati non in relazione al meccanismo umorale ma soltanto in rapporto alle caratteristiche semeiologiche più salienti. In questa prospettiva nel XVIII secolo operano, oltre a Linneo: Sauvages, Vogel, MacBrid, Sagar, Vitel e Cullen.
Isola i quadri clinici in base alla sintomatologia più espressiva e definita sul piano formale, come i deliri (secondo il contenuto), la psicomotricità (inibita o eccitata), la presenza o meno di fenomeni allucinatori. Isola i quadri clinici in base alla sintomatologia più espressiva e definita sul piano formale, come i deliri (secondo il contenuto), la psicomotricità (inibita o eccitata), la presenza o meno di fenomeni allucinatori.
Nella sua nosografia nella Classe VIII delimita le “malattie dell’anima” o “vesaniae” (le psicosi), dal latino “ve-sanus” dove “ve” è particella privativa e peggiorativa che indica “non sano di mente”. Esse vengono ulteriormente suddivise in 4 ordini: nel I comprende le allucinazioni, nel II le morosità, nel III i deliri e nel IV le “vesanie anomale”. Ogni genere è ulteriormente classificato (la malinconia è suddivisa in ben 13 generi).
Avvalora il ruolo del principio vitale che ha sede nel cervello ed è formato da un “fluido nervoso”: se è più tonico, sostiene la mania, se meno, la malinconia. Avvalora il ruolo del principio vitale che ha sede nel cervello ed è formato da un “fluido nervoso”: se è più tonico, sostiene la mania, se meno, la malinconia. I disturbi psichiatrici sono classificati, secondo il sintomo dominante, in quattro ordini: comata, adinamie, spasmi e vesanie. Questa operazione nosografica si alimenta del modello interpretativo di Willis: tutte le malattie mentali e neurologiche indicano dei disturbi del cervello.
Si attribuisce al fluido “etereo” un ruolo direttivo sulle funzioni somatiche: il fluido nervoso, per Cullen, controlla l’organismo e il sistema umorale; soltanto violente passioni alterano gli umori, dando luogo ai disturbi mentali perché bloccano il ruolo direttivo dell’anima. Il modello meccanicistico di Cullen trova oppositori come Pinel che propugnano quello psicogenetico, basato su di una correlazione comprensibile fra evento, tensione animica e conformazione della sfera immaginativa.
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