L. Del Pistoia


Particolari eventi di vita, cattive balie, educazione troppo rigida, improvvisi terrori o spaventi, la perdita ella libertà, la povertà, l’indigenza, la paura di un incerto futuro, le malattie del cor



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Particolari eventi di vita, cattive balie, educazione troppo rigida, improvvisi terrori o spaventi, la perdita ella libertà, la povertà, l’indigenza, la paura di un incerto futuro, le malattie del corpo.”



Medico, fisico e chimico.

  • Medico, fisico e chimico.

  • In medicina, con la sua opera fondamentale intitolata Theoria medica vera (1708) sostiene un sistema animistico, in opposizione al meccanicismo di Boerhaave e Hoffmann.

  • Il suo modello vitalistico trae le sue origini dalla filosofia aristotelica e da quella stoica.

  • Nel cervello si trova un’entità libera e autonoma che egli chiama “anima” o “motus tonicus vitalis”, principio attivo della vita dell’organismo; il cervello è l’organo dell’anima.



Forze psicologiche negative possono agire sul biochimismo, alterare la dinamica dell’anima e favorire la comparsa di disturbi psichici.

  • Forze psicologiche negative possono agire sul biochimismo, alterare la dinamica dell’anima e favorire la comparsa di disturbi psichici.

  • Se l’energia dell’anima è debole, i “patemi” smuovono gli umori, causano immagini mentali morbose che “persuadono” il corpo; l’organismo segue il comportamento come dettato dal contenuto della rappresentazione mentale.

  • E’il primo ad ipotizzare la separazione tra stati mentali patologici di origine fisica (organica) e di origine emotiva (psicologica, funzionale).



“L’Ippocrate Inglese”.

  • “L’Ippocrate Inglese”.

  • Evita le polemiche fra meccanicisti, iatrochimici e vitalisti per mettersi dalla parte dell’esperienza.

  • “Seguire le leggi della natura, osservare i sintomi e dettare la terapia”.

  • Elabora una pozione contenente oppio (“liquore di Sydenham”), rimasta in uso per secoli.



L’isteria non nasce da una “strangulatio uteri”, ma dalla co-azione fra temperamento ed evento esterno scatenante (“causa procatartica”), che determina una “commozione dell’anima” con lo squilibrare le funzioni mentali.

  • L’isteria non nasce da una “strangulatio uteri”, ma dalla co-azione fra temperamento ed evento esterno scatenante (“causa procatartica”), che determina una “commozione dell’anima” con lo squilibrare le funzioni mentali.

  • Da ciò la varietà dei sintomi: pseudo-epilettici, pseudo-paralitici, dolori di ogni tipo, specie il senso di “chiodo” al vertice del capo e anche disturbi affettivi come tristezza, disperazione e paura.

  • La sintomatologia dell’isteria “non è mai uniforme, non ha leggi, è disordinata, […] per cui la stessa storia clinica risulta impossibile ed è del tutto farraginosa” (“come fosse Proteus”).



Nella prima metà del XVIII secolo nasce un interesse classificatorio, sostenuto dall’opera del medico e botanico Linneo.

  • Nella prima metà del XVIII secolo nasce un interesse classificatorio, sostenuto dall’opera del medico e botanico Linneo.

  • I disturbi neurologici e psichiatrici vengono perciò affrontati non in relazione al meccanismo umorale ma soltanto in rapporto alle caratteristiche semeiologiche più salienti.

  • In questa prospettiva nel XVIII secolo operano, oltre a Linneo: Sauvages, Vogel, MacBrid, Sagar, Vitel e Cullen.



Isola i quadri clinici in base alla sintomatologia più espressiva e definita sul piano formale, come i deliri (secondo il contenuto), la psicomotricità (inibita o eccitata), la presenza o meno di fenomeni allucinatori.

  • Isola i quadri clinici in base alla sintomatologia più espressiva e definita sul piano formale, come i deliri (secondo il contenuto), la psicomotricità (inibita o eccitata), la presenza o meno di fenomeni allucinatori.



  • Nella sua nosografia nella Classe VIII delimita le “malattie dell’anima” o “vesaniae” (le psicosi), dal latino “ve-sanus” dove “ve” è particella privativa e peggiorativa che indica “non sano di mente”. Esse vengono ulteriormente suddivise in 4 ordini: nel I comprende le allucinazioni, nel II le morosità, nel III i deliri e nel IV le “vesanie anomale”.

  • Ogni genere è ulteriormente classificato (la malinconia è suddivisa in ben 13 generi).



Avvalora il ruolo del principio vitale che ha sede nel cervello ed è formato da un “fluido nervoso”: se è più tonico, sostiene la mania, se meno, la malinconia.

  • Avvalora il ruolo del principio vitale che ha sede nel cervello ed è formato da un “fluido nervoso”: se è più tonico, sostiene la mania, se meno, la malinconia.

  • I disturbi psichiatrici sono classificati, secondo il sintomo dominante, in quattro ordini: comata, adinamie, spasmi e vesanie.

  • Questa operazione nosografica si alimenta del modello interpretativo di Willis: tutte le malattie mentali e neurologiche indicano dei disturbi del cervello.



  • Si attribuisce al fluido “etereo” un ruolo direttivo sulle funzioni somatiche: il fluido nervoso, per Cullen, controlla l’organismo e il sistema umorale; soltanto violente passioni alterano gli umori, dando luogo ai disturbi mentali perché bloccano il ruolo direttivo dell’anima.

  • Il modello meccanicistico di Cullen trova oppositori come Pinel che propugnano quello psicogenetico, basato su di una correlazione comprensibile fra evento, tensione animica e conformazione della sfera immaginativa.




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