Fine della guerra e avvento del fascismo



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Una seconda scissione ci fu nell’ottobre del 1922. Di fronte ad un salto di qualità della violenza squadrista (occupazione di importanti centri urbani, come Bologna e Ferrara), i riformisti decisero di appoggiare il debole governo Facta (al potere dal febbraio 1922). In contrasto con la corrente maggioritaria massimalista che continuava ad opporsi al governo, I riformisti si separarono e diedero vita al Partito socialista unitario, guidato da Giacomo Matteotti

  • Una seconda scissione ci fu nell’ottobre del 1922. Di fronte ad un salto di qualità della violenza squadrista (occupazione di importanti centri urbani, come Bologna e Ferrara), i riformisti decisero di appoggiare il debole governo Facta (al potere dal febbraio 1922). In contrasto con la corrente maggioritaria massimalista che continuava ad opporsi al governo, I riformisti si separarono e diedero vita al Partito socialista unitario, guidato da Giacomo Matteotti



1922: fiducia di un numero sempre crescente di alti esponenti dello stato, dell’esercito e del mondo economico, che videro nel fascismo una sorta di cura per riportare all’ordine le classi lavoratrici

  • 1922: fiducia di un numero sempre crescente di alti esponenti dello stato, dell’esercito e del mondo economico, che videro nel fascismo una sorta di cura per riportare all’ordine le classi lavoratrici

  • 24 ottobre 1922: prova generale: adunata di camice nere a Napoli. Mussolini dichiara: "O ci daranno il governo o lo prenderemo calando a Roma"

  • 27 ottobre: a Cremona, Pisa e Firenze le camice nere si mettono in azione e prendono possesso di alcuni edifici pubblici

  • La notte tra il 27 e il 28 il Presidente del consiglio fu svegliato per essere informato che le colonne fasciste erano partite verso Roma, sui treni che avevano requisiti, mentre il Re si consultava con i maggiori esponenti dell'Esercito.



28 ottobre 1922: marcia su Roma  14000 squadristi si accamparono in alcune località vicino alla capitale, mentre nella maggior parte delle città italiane venivano occupati pacificamente le prefetture e gli altri centri di potere

  • 28 ottobre 1922: marcia su Roma  14000 squadristi si accamparono in alcune località vicino alla capitale, mentre nella maggior parte delle città italiane venivano occupati pacificamente le prefetture e gli altri centri di potere

  • Alle 6 del mattino del giorno 28, si riunì al Viminale (allora sede della presidenza del consiglio) il consiglio dei ministri che decise di proclamare lo stato di assedio e lo diede immediatamente alle stampe, e inviandolo a tutte le prefetture

  • Verso le 8:30, Facta si recò al Quirinale per la ratifica del proclama da parte del re, ma con sorpresa del primo ministro, il re si rifiutò (forse dubbioso della fedeltà dell’esercito). Facta si dimise.

  • Vi fu un tentativo fallito di affidare il governo a Salandra (in ticket con Mussolini)

  • Mussolini intanto restava a Milano, dove veniva costantemente informato sulla situazione romana



Alla fine Mussolini venne informato che il Re era pronto a conferirgli l’incarico di formare il nuovo governo, prima di recarsi a Roma, pretese un telegramma, che giunse poche ore dopo: «SUA MAESTÀ IL RE MI INCARICA DI PREGARLA DI RECARSI A ROMA DESIDERANDO CONFERIRE CON LEI. OSSEQUI GENERALE CITTADINI»

  • Alla fine Mussolini venne informato che il Re era pronto a conferirgli l’incarico di formare il nuovo governo, prima di recarsi a Roma, pretese un telegramma, che giunse poche ore dopo: «SUA MAESTÀ IL RE MI INCARICA DI PREGARLA DI RECARSI A ROMA DESIDERANDO CONFERIRE CON LEI. OSSEQUI GENERALE CITTADINI»

  • Alle 8 di sera Mussolini partì alla volta di Roma, dove sarebbe giunto alle 11.30 del 30 ottobre

  • Alle 18 presentò il governo, comprendente soltanto tre fascisti di orientamento moderato

  • Le "Camicie Nere della rivoluzione" erano accampate intorno alla capitale e non attendevano che di entrarvi. Furono autorizzati ad entrarvi solo il giorno 30 e la raggiunsero alla meglio, su mezzi di fortuna

  • Il 31 ottobre 1922 le camicie nere sfilarono per più di 6 ore dinanzi al Re, poi Mussolini ordinò che si iniziassero le operazioni di smobilitazione.









Se lo stato avesse risposto con le armi, il fascismo sarebbe stato definitivamente spazzato via; Mussolini però sapeva che il re Vittorio Emanuele III stava ricevendo pressioni da più parti affinché fosse formato un governo in cui i fascisti fossero presenti in modo consistente

  • Se lo stato avesse risposto con le armi, il fascismo sarebbe stato definitivamente spazzato via; Mussolini però sapeva che il re Vittorio Emanuele III stava ricevendo pressioni da più parti affinché fosse formato un governo in cui i fascisti fossero presenti in modo consistente



Il fascismo non conquistò il potere con un colpo di stato paragonabile all’assalto al Palazzo d’inverno condotto dai bolscevichi. Esso, certo, utilizzò la violenza per farsi strada, ma tale violenza non fu in alcun modo esercitata contro lo stato e le sue autorità. Furono esse, all’opposto, che dapprima tollerarono le brutalità fasciste, poi concessero il potere a Mussolini

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