Sacra scrittura catechesi libro del profeta malachia



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ESCREMENTI


Ma la carne del giovenco, la sua pelle e i suoi escrementi, li brucerai fuori del campo, perché si tratta di un sacrificio per il peccato (Es 29, 14). Ma la pelle del giovenco, la carne con la testa, le viscere, le zampe e gli escrementi (Lv 4, 11). Si porterà fuori del campo il giovenco del sacrificio espiatorio e il capro del sacrificio, il cui sangue è stato introdotto nel santuario per compiere il rito espiatorio, se ne bruceranno nel fuoco la pelle, la carne e gli escrementi (Lv 16, 27).

Poi si brucerà la giovenca sotto i suoi occhi; se ne brucerà la pelle, la carne e il sangue con gli escrementi (Nm 19, 5). Nel tuo equipaggiamento avrai un piolo, con il quale, nel ritirarti fuori, scaverai una buca e poi ricoprirai i tuoi escrementi (Dt 23, 14). Il gran coppiere replicò: "Forse io sono stato inviato al tuo signore e a te dal mio signore per pronunziare tali parole e non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?" (2Re 18, 27).

Ignorando che sopra di me, nel muro, stavano dei passeri. Caddero sui miei occhi i loro escrementi ancora caldi, che mi produssero macchie bianche, e dovetti andare dai medici per la cura. Più essi però mi applicavano farmaci, più mi si oscuravano gli occhi per le macchie bianche, finché divenni cieco del tutto. Per quattro anni fui cieco e ne soffersero tutti i miei fratelli. Achikar, nei due anni che precedettero la sua partenza per l'Elimaide, provvide al mio sostentamento (Tb 2, 10). Il gran coppiere replicò: "Forse sono stato mandato al tuo signore e a te dal mio signore per dire tali parole o non piuttosto agli uomini che stanno sulle mura, i quali presto saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina con voi?" (Is 36, 12).

Mangerai questo cibo in forma di una schiacciata d'orzo, che cuocerai sopra escrementi umani davanti ai loro occhi (Ez 4, 12). Egli mi rispose: "Ebbene, invece di escrementi umani ti concedo sterco di bue; lì sopra cuocerai il tuo pane" (Ez 4, 15). Metterò gli uomini in angoscia e cammineranno come ciechi, perchè han peccato contro il Signore; il loro sangue sarà sparso come polvere e le loro viscere come escrementi (Sof 1, 17). Ecco, io spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra faccia escrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre solennità, perché siate spazzati via insieme con essi (Ml 2, 3).

Questo monito non vale solo per ieri. Vale per oggi e per sempre. Il sacerdote è sempre un riflesso della gloria da lui innalzata al Signore suo Dio.

Nessuna gloria per lui sale al suo Dio e Signore e nessuna gloria dal Signore si riverbera su di lui. Anzi perde anche la gloria della sua pura e scarna umanità.

Senza la gloria che da Dio si riversa su di lui, la sua gloria è in tutto pari a quella degli escrementi delle vittime che venivano spazzati via dalla casa di Dio.



4Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché sussista la mia alleanza con Levi, dice il Signore degli eserciti.

Con i figli di Levi e in modo particolare con i figli di Aronne il Signore ha stretto un’alleanza speciale, anzi specialissima. Sono ministri della sua Parola.



Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché sussista la mia alleanza con Levi, dice il Signore degli eserciti. Sono ministri del santuario.

I figli di Levi sono ministri della Parola e del culto, datori della divina benedizione, testimoni privilegiati della santità del loro Dio e Signore.

Essi sono preposti ad ogni saggio, prudente, attento discernimento tra ciò che è puro e impuro, morale e immorale, sacro e profano, mondo e immondo.

Spetta ad essi vigilare con scrupolosa attenzione che nel tempio del Signore non entri nulla di impuro e soprattutto che nulla di impuro venga offerto.

Nel popolo di Dio, se viene meno il sacerdote, tutto viene meno. Lo stesso Dio viene meno, perché tutto Dio si è posto nelle loro mani.

Questa è l’alleanza specialissima stretta da Dio con la casa di Levi. Da questa alleanza trae vita nel popolo del Signore l’alleanza del Sinai.

Se il sacerdote viene meno nella sua alleanza stretta con il Signore, anche l’alleanza del popolo con Dio viene meno. Manca la fonte della sua vita.

5La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere, che io gli concessi, e anche di timore, ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome.

Per il sacerdote la vita da Dio si riversava su di loro. Da essi, per la loro santità, si riversava su tutto il popolo del Signore. Percorso sempre obbligatorio.



La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere, che io gli concessi, e anche di timore, ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome.

Sappiamo che quando il popolo era nella Legge del Signore, il Signore era con il popolo e la vita di Dio si riversava sul popolo con ogni benedizione.

Chi avrebbe dovuto mantenere il popolo nell’alleanza era il sacerdote. Se il sacerdote si distrae dal suo ministero, tutto il popolo si distacca dall’alleanza.

Con quali risultati? Ogni disastro si abbatte sul popolo. Sappiamo che l’idolatria, cioè l’abbandono del vero Dio, è la fonte per il popolo di ogni male.

L’alleanza era anche di timore perché il Signore sempre aveva avvisato i sacerdoti di svolgere nella più pura obbedienza il loro ministero.

Temere il Signore non solo è amare il Signore, obbedire al Signore, cercare il Signore, ma anche sapere che ogni sua parola infallibilmente si compie.

Si compie la Parola che annunzia la benedizione, ma anche quella che profetizza la maledizione. Senza questo timore, ognuno segue il suo cuore.

Quando un popolo perde il timore di Dio, non crede cioè che la Parola proferita da Dio infallibilmente si compie, è la fine di ogni obbedienza.

È quanto sta avvenendo ai nostri giorni. Dichiarando “genere letterario” ogni parola del Signore, ognuno segue la caparbietà del suo cuore.

Quando il sacerdote ha riverenza del nome del suo Dio? Solo quando crede nella verità della sua Parola e presta ad essa ogni obbedienza.

Ha riverenza quando nel suo cuore parola di Dio, verità contenuta in essa, fede nella verità della parola, obbedienza sono una cosa sola in eterno.

Quando si introduce qualsiasi falsità nella parola o quando ci si sottrae all’obbedienza ad essa, non c’è più riverenza, perché manca la fedeltà.

La riverenza è porre nel porre ogni attenzione perché nessun comando loro dato venga in qualche modo trasgredito, neanche in piccolissime inavvertenze.

Si può parlare di fedeltà e di riverenza, di timore e di obbedienza, quando il sacerdote trascura la legge sul culto e offre al Signore un animale impuro?

Il sacerdote irriverente rende tutto il popolo irriverente. Il sacerdote senza fedeltà fa sì che tutto il popolo sia senza fedeltà, senza obbedienza.

6Un insegnamento veritiero era sulla sua bocca né c’era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha fatto allontanare molti dal male.

Qui l’oracolo del profeta fa riferimento ai tempi di Eleazaro, figlio di Aronne, uomo pieno di zelo per il Signore, fedele osservante di ogni Parola di Dio.



Un insegnamento veritiero era sulla sua bocca né c’era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha fatto allontanare molti dal male. L’insegnamento è veritiero quando è conforme alla Legge.

Sulle labbra del sacerdote non c’è falsità, solo se la Legge del suo Dio è nel cuore. Se la legge è nel cuore è anche sulle labbra. La bocca attinge dal cuore.

Se la Legge non è nel cuore essa non è neanche sulle labbra ed è nel cuore quando vi è piena obbedienza ad una sua piccola e grande prescrizione.

Quando il sacerdote cammina con pace e rettitudine davanti al Signore? Quando insegna fedelmente la Legge del suo Dio.

Dall’insegnamento della Legge e dalla vita conforme ad essa nasce la pace prima nel cuore del sacerdote e dal cuore del sacerdote si diffonde nel popolo.

Il sacerdote allontana molti dal male non con il solo insegnamento della Legge, ma anche e soprattutto con la grazia che da lui si riversa in chi l’ascolta.

Lo stato di grazia è necessario al sacerdote per insegnare la Legge. Insegandola nello stato di grazia, la grazia da Lui passa nei cuori.

Con la grazia che dal sacerdote si riversa nei cuori, la Legge insegnata trattiene molti dal male. La grazia è potente mezzo per allontanare dal male.



Il sacerdote non solo è ministro della Parola, è anche ministro della grazia, dispensatore della grazia che è nel suo cuore, se Lui è nella Parola.

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