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APPROFONDIMENTI TEMATICI
e formati in Italia, che restano “stranieri” sul
piano giuridico, almeno fino al compimento
della maggiore età.
Nel corso degli ultimi anni sono stati nume-
rosi i disegni di legge presentati in Parlamento
con l’obiettivo di riscrivere le norme in tema di
cittadinanza e naturalizzazione, ma fino ad ora
nessuno di questi ha completato l’iter parla-
mentare necessario per la sua approvazione.
Inoltre, va avanti una campagna di sensibilizza-
zione che vede concordi, nonostante la richie-
sta di sostanziali modifiche, tutte le
organizzazioni non governative che si occu-
pano di immigrazione. Più volte il Presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, è interve-
nuto sul tema in modo anche molto esplicito
auspicando che “in Parlamento si possa affron-
tare anche la questione della cittadinanza ai
bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Ne-
garla è un’autentica follia, un’assurdità. I bam-
bini hanno questa aspirazione” (intervento del
22 novembre 2011 in occasione dell’incontro
con le Chiese Evangeliche in Italia).
Per questi minori è evidente la divaricazione
tra lo status giuridico e l’identità personale, co-
struita nell’acquisizione del patrimonio lingui-
stico e culturale e nei legami sociali; un’intera
generazione cresce e rischia di restare straniera
nel Paese che sente come proprio, in cui è nata,
si è formata, e nel quale intende costruire il pro-
prio futuro. La mancata attribuzione della citta-
dinanza comporta quindi una condizione di
estraneità e distanza che non corrisponde al
vissuto di bambini e giovani abituati a parlare
italiano, a mangiare gli stessi cibi e a condividere
gli stessi gusti e abitudini dei coetanei. Diventa
poi un fattore concreto di marginalità nella vita
quotidiana, di difficoltà nell’accesso ai servizi e
nell’esercizio dei diritti. I giovani di origine immi-
grata possono rappresentare una forte poten-
zialità per il Paese, a patto che non subiscano
fenomeni di esclusione e che si operi nella dire-
zione della concessione di una reale cittadi-
nanza, non solo giuridica. Gli ultimi due Governi
si sono dichiarati favorevoli a una maggiore va-
lorizzazione dello ius soli, combinato con gli anni
di residenza regolare dei genitori, soluzione in-
termedia in grado di essere condivisa da una
maggioranza parlamentare. Inoltre, come è
stato sottolineato nel dibattito, i requisiti per l’ac-
cesso alla cittadinanza si intrecciano con una
sorta di ius culturae, valorizzando anche lo spe-
cifico attaccamento al Paese di chi compie i
suoi studi in Italia.
Cittadinanza: il dibattito in corso
tra ius sanguinis e ius soli
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APPROFONDIMENTI TEMATICI
I respingimenti.
La Polizia dell’Immi-
grazione e delle Frontiere è abilitata a disporre il
respingimento degli stranieri che si presentano
ai valichi di frontiera senza i necessari requisiti,
segnatamente il mancato possesso di documenti
validi: visto d’ingresso, documentazione idonea
a comprovare lo scopo del soggiorno, effettiva
disponibilità di adeguati mezzi di sussistenza.
Invece, il respingimento con accompagnamento
alla frontiera è disposto nei confronti di coloro
che siano entrati nel territorio dello Stato, sot-
traendosi ai controlli di frontiera, e siano stati
fermati subito dopo, oppure siano stati tempo-
raneamente ammessi nel territorio per necessità
di pubblico soccorso.
Nel passato era particolarmente accentuata
la pressione alle frontiere dei romeni, venuta
meno già a partire dalla fine del 2001 essendo
stato per loro liberalizzato l’ingresso per periodi
inferiori ai tre mesi. Successivamente, con l’in-
gresso della Romania nell’UE, sono aumentati i
flussi provenienti da altri Paesi dell’Est Europa,
dell’Africa e dell’Asia.
La legge n. 189 del 2002, all’articolo 10, as-
segna alla Direzione centrale dell’immigrazione
del Dipartimento Pubblica Sicurezza del Ministero
dell’Interno il coordinamento dell’azione di con-
trasto in mare, disciplinata dal “Decreto intermi-
nisteriale in materia di contrasto all’immigrazione
clandestina” del 14 luglio 2003. In particolare
spetta a questa Direzione centrale il compito di
acquisire e analizzare le informazioni connesse
all’attività di vigilanza, prevenzione e contrasto
dell’immigrazione irregolare via mare e il raccordo
degli interventi operativi fatti dai mezzi della
marina militare, delle forze di polizia e delle ca-
pitanerie di porto.
Le espulsioni. Se ai respingimenti può essere
attribuito un ruolo di prevenzione dell’immigrazione
non autorizzata, le espulsioni si configurano
come provvedimenti giudiziari o amministrativi
per contrastare la presenza irregolare riscontrata
sul territorio. Vi sono fattispecie in cui l’espulsione
avviene con accompagnamento coattivo alla
frontiera e altre che non prevedono tale accom-
pagnamento. La maggiore facilità di contrastare
gli irregolari alle frontiere tramite il respingimento
ha fatto sì nel passato che proprio attraverso
questo strumento sia stato realizzato il maggior
numero di allontanamenti. La legge n. 189/2002
ha incrementato le espulsioni coattive e ridotto i
casi di applicazione delle intimazioni di espulsione;
anche l’applicazione degli accordi di riammissione
e di collaborazione con gli Stati di partenza ha
migliorato il controllo delle frontiere.
L’esecuzione delle espulsioni e i ritorni in
forza degli accordi di riammissione, previo o
meno il trattenimento nei centri Centri di Identi-
ticazione ed Espulsione (CIE), dopo aver cono-
sciuto un aumento per alcuni anni, sono diminuiti
e si collocano ai livelli conosciuti alla fine degli
anni ‘90. Nel 2011 per esempio sono transitate
nei 13 CIE operativi per esito del termine di trat-
tenimento poco più di 7mila persone.
Solo una parte (circa un terzo) delle persone
in posizione irregolare individuate dalle forze
dell’ordine viene effettivamente rimpatriata.
Nel caso di nazionalità che hanno in Italia
una presenza storica, come quella marocchina,
la leggera prevalenza delle espulsioni sui re-
spingimenti lascia intendere che sia ricorrente lo
scivolamento nell’irregolarità successivamente
al mancato rinnovo del permesso di soggiorno
(in questo caso si tratta di overstayers).
Provvedimenti di rimpatrio:
respingimenti ed espulsioni