Conferenza qualità aria 70706


Giovanni Paganelli – Provincia di Rimini



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Giovanni Paganelli – Provincia di Rimini:

Se non ci sono altre osservazioni, ricordo solamente questo. Vi chiedo, per agevolarci il compito e riuscire a raggiungere il risultato di adottare il piano entro l’anno, di mettere a disposizione i vostri uffici, che saranno contattati, e vedremo insieme le varie azioni, cercheremo di condividere gli obiettivi, gli indicatori.

Questo lo dico sopratutto per i Comuni dell’agglomerato, e anche eventuali ulteriori proposte che noi non abbiamo considerato – come diceva l’Assessore – anche a livello di studi, previsioni di studi, di progetti, anche se non sono ancora in corso, ancora partiti o già finanziati. Sono tutte cose che ci vengono utili ai fini del piano.

Quindi potete fare riferimento a me. Vi abbiamo consegnato le schede, gli indirizzi, e sarete contattati al più presto.

Ci rivedremo il 19 di ottobre per la conferenza conclusiva, sperando di avere già svolto questo lavoro di confronto più approfondito.

Vi ringrazio della partecipazione e do la parola all’Assessore Romani.


Cesarino Romani – Assessore Ambiente Provincia di Rimini:

Pochi secondi. Scusate ma non sono riuscito a partecipare oggi perché mi hanno spostato la Giunta al mercoledì, cosa che non è usuale, però c’è stata questa variazione per cui ho dovuto mancare a questo importante appuntamento.

Voi sapete che ci siamo dati come obiettivo, ma che non possiamo comunque sforare, l’adozione di questo piano entro la fine dell’anno, per cui i tempi che ci siamo dati ritengo che siano sufficienti, però sono tempi che dobbiamo rispettare.

Il 19 di ottobre - lo ricordava adesso Giovanni Paganelli - noi abbiamo previsto la giornata conclusiva, e quindi dovremo predisporre per quel giorno il documento finale.

Le osservazioni di oggi non sono state numerose, quindi se qualche Comune non l’avesse fatto oggi perché non era preparato ce le faccia avere, possibilmente anche per iscritto, entro pochi giorni, perché poi dopo non vorrei che capitasse come capita spesso in tutte le situazioni che l’ultimo giorno... io facevo così a scuola, studiavo all’ultimo momento, ma voi siete più bravi, però alla fine ce la facevo a non sforare. Però credo che sia giusto che i Comuni, siccome sono poi osservazioni difficili da assumere in 30 secondi perché vanno a modificare le cose...

Vi invito, invito i Comuni, in particolare i Comuni della costa che sono quelli più sotto pressione perché sono nell’agglomerato, che hanno bisogno di provvedimenti urgenti, sono quelli che in qualche modo incidono di più per quanto riguarda le emissioni, a farci avere... a meno che non vada tutto bene, siamo molto contenti, così il piano è già fatto e il 19 lo licenziamo così. Però se ci sono delle osservazioni cortesemente nel giro di qualche giorno, anche se oggi non lo fate non è un problema, però formalizzate le osservazioni agli uffici, in maniera tale che il 19 riusciamo a chiuderla.

Lo dico perché poi sforare il 19 per noi diventa un problema complicato, quindi vorremmo chiuderla.

Se per una serie di motivi ci costringete a sforare il 19 la rifacciamo il 20, cioè nel senso che non abbiamo dei tempi tali che ci permettono di dire: ah, la prendiamo comoda, poi ci lavoriamo sopra.

Dopodiché vuol dire che l’unico modo poi per modificare il piano i Comuni ce l’avranno nelle osservazioni dopo l’adozione. Lo dico perché non è che finisce il mondo il 19, però se noi elaboriamo un piano già condiviso, nelle osservazioni dopo l’adozione andremo ad aggiustare nell’arco di qualche mese, quelle che sono magari delle piccole parti che possono essere tranquillamente sfuggite o che nel tempo magari sono maturate.

Se invece manca un’osservazione, poi andare a modificare molto con le osservazioni, diventa comunque un lavoro che si fa però meno interessante, perché la Legge 20 mette apposta la partecipazione prima per evitare che dopo ci andiamo a discutere e litigare.

Allora usiamola, altrimenti togliamo la Legge 20 e diciamo: facciamo come prima, l’adottiamo e poi dopo andiamo a discutere. Se no facciamo 14 volte le stesse cose e diventa complicato anche da parte vostra partecipare, invitarvi dopo ai dibattiti. Quindi questo invito è a tutti.

Una serie di cose velocissime. Sul metano credo che ci sia la massima attenzione, lo diceva anche Paganelli.

Ritengo che la Regione si stia già muovendo. Non so sulla normativa cosa sta facendo rispetto all’aumento di quelli che sono i distributori sul territorio.

Io sono fortemente interessato come Assessorato all’Ambiente per i motivi che sono stati detti a questa cosa. Fra l’altro ricordo che tra le esperienze di mobilità sostenibile, non per tediarvi o per raccontarvi sempre le stesse cose, però saremo presenti questa domenica a una delle gare a metano che svolgerà la città di Bolzano, quindi saremo presenti con gli scooter a metano.

È una gara per tutti ma che vale per quanto riguarda i carburanti alternativi.

E cercherò di mutuare da loro, dalla Provincia di Bolzano, un regolamento che la Provincia di Bolzano ha attuato, che intanto ha permesso a loro nel giro di 3 anni di passare da 1 distributore di metano in Provincia ad averne già 10 in 3 anni, e l’obiettivo che hanno è arrivare a 30. Provincia di Bolzano, stesso numero di abitanti della Provincia di Rimini, con un territorio molto più vasto.

Questo perché la Provincia di Bolzano, che è autonoma, non ha bisogno di tanti consensi e una volta che ha deciso la applica, ha messo nel proprio regolamento provinciale l’obbligo a tutti i distributori che ristrutturano di metterci anche la colonnina di metano. Per cui i nuovi distributori la devono fare per forza, tutti i nuovi che chiedono di metterlo devono mettere il metano, tutti coloro che adeguano l’impianto devono prevedere anche la colonnina di metano.

Quindi avrete capito che facilmente sono passati ad averne una marea in due anni. Perché uno dice: come fanno? Fanno! Dicono che chi vuol fare la casa nuova deve farci anche l’impianto solare termico, e allora dopo aumentano in maniera molto veloce.

Non solo chi la fa nuova ma anche chi la ristruttura, e allora la percentuale cresce rapidamente.

Probabilmente se abbiamo anche del coraggio nel mantenere gli obiettivi dicendo anche delle cose forti, è chiaro che il cambiamento a quel punto avverrà in maniera notevole, e quelle modifiche, quelle azioni che il Piano dell’Aria deve richiamare, su cui è stato basato, cioè sul fatto del risanamento atmosferico, arriva agli obiettivi che abbiamo. Perché poi ha ragione l’USL quando ci richiama per capire questi provvedimenti al 2010 che effetto hanno, magari anche con degli step.

Tant’è che uno degli obiettivi che ci siamo dati, spero di riuscire ad averlo prima della fine del piano, prima dell’approvazione, sarà quello di tentare di avere per ogni azione quanto ci aspettiamo che questa azione possa in percentuale abbattere rispetto agli inquinanti locali, perché su questo poi alla fine attraverso un monitoraggio riusciamo anche a registrarci. Per cui prevediamo che l’azione ics ci abbatta del 3% o del 5%, più un’altra dell’8 eccetera, e alla fine riusciamo ad arrivare agli obiettivi dei non superamenti e dell’abbassamento comunque di quella che è la nostra soglia oltre la soglia di fondo di tutti.

Quindi se queste azioni sono calcolate con un monitoraggio riusciamo a capire qual è la parte che non ha funzionato, o comunque probabilmente agiamo in maniera un pochino più scientifica. Ci permette di calibrare magari fra due anni delle modifiche al piano, altrimenti rischiamo di arrivare al 2010, abbiamo fatto dei provvedimenti, chi li ha fatti, chi non li ha fatti eccetera.

Questo lo dico perché questo tipo di sistema, se applicato bene, laddove il Comune autonomamente decida che certi provvedimenti non li fa, se quel provvedimento equivale a 10, lui deve dire come fa a fare 10 facendo un’altra roba.

Secondo me, come Assessore all’Ambiente vi dico che non accetterò personalmente la proposta di un Comune che dice: non faccio una roba. Accetto che dica: non faccio quella ma ne faccio un’altra che equivale in percentuale pari a quanto io non faccio, perché altrimenti se ognuno si disimpegna alla fine non può restare sempre e solo uno a fare.

Quindi questo lo dico perché deve essere un punto fermo: se noi quantifichiamo le azioni e devono portare a ics, se chiunque decide di non fare una cosa perché dice: per me questa è una cosa banale, stupida, tutto quello che ci mettiamo, non attuabile, ci mette qualcos’altro. Perché siamo una società unica, dobbiamo lavorare assieme, e credo che non sia giusto lasciare solo a pochi l’impegno per arrivare all’obiettivo.

Nella massima autonomia uno può modificare: non gli piace la vernice bianca, si può decidere quale usare, però si usa la vernice, cioè non si può lasciare grezza la roba. Scusate ma bisogna essere chiari, altrimenti si rischia che tutti quanti sono bravi a dire che non va bene, e poi alla fine lasciare sempre agli altri il compito di trovare delle soluzioni.



Quindi vi chiedo, ai Comuni presenti, ma lo diremo, nel piano noi prevedremo delle azioni, cercheremo di dargli un parametro per cui pensiamo che possa ottenere quel risultato. Chi autonomamente non vorrà fare quella cosa dovrà dire cosa fa per compensare quella parte che non vuole realizzare. Questo ritengo che sia un dovere a cui noi dobbiamo in qualche modo sottendere.

Vi ringrazio della partecipazione. Vi ricordo: fateci avere le osservazioni, altrimenti ci vediamo il 19 di ottobre per chiudere la Conferenza. Grazie.
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