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C
APITOLO
I
LA DISCIPLINA DEL
CRIMEN RAPTUS
S
OMMARIO
:
1.
Ratto: detestabile crimen – 2. CI. 9, 13, 1: “testo unico” in materia di ratto –
3. Nov. 143 (150) del 563: un caso d’interpretazione autentica – 4. Il rapimento di donne
deo dedicatae: CI. 1, 3, 53 (54) e Nov. 123, 43
– 5. Un confronto con il regime antecedente:
CTh. 9, 24, 1 di Costantino
1. Ratto:
detestabile crimen
In epoca postclassica il ratto (
1
) si colloca tra i reati considerati più
gravi e perseguiti con maggiore severità, in quanto lede non solo gli
antiqui mores ma anche i valori spirituali cristiani (
2
) e suscita pertanto nel
legislatore la massima riprovazione: Giustiniano, nelle sue costituzioni, lo
descriverà infatti come pessimum crimen, detestabile crimen (CI. 1, 3, 53 (54),
pr. e CI. 9, 13, 1, pr.).
Con il suo intervento, Giustiniano detta per il crimen raptus una
disciplina che si connota per la sua esaustività, in quanto fa rientrare nella
medesima fattispecie criminosa ogni tipo di sottrazione di donna, sia a
(
1
) Sulla repressione del ratto in epoca postclassica e giustinianea si vedano
principalmente: F.
G
ORIA
, s.v. Ratto (dir. rom.), in ED, XXXVIII, 1987, pp. 707-724; L.
D
ESANTI
, Giustiniano e il ratto, in Annali dell’Università di Ferrara, Sez. V, Scienze Giuridiche,
I, 1987, pp. 187-201;
S.
P
ULIATTI
, La dicotomia vir-mulier e la disciplina del ratto nelle fonti
legislative tardo imperiali, in SDHI, LXI, 1995, pp. 471-529.
(
2
) A proposito delle reciproche influenze tra ordinamento giuridico imperiale e dottrina
della Chiesa a proposito della punizione del ratto si veda B. B
IONDI
, Diritto romano
cristiano, III, Milano 1954, pp. 483-485.
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fine di libidine che a scopo matrimoniale (
3
). Si tratta di una vasta riforma
che presenta numerosi elementi di novità rispetto alla precedente
regolamentazione dell’illecito.
A riprova della pericolosità sociale attribuita a questo crimine vi è il
fatto che esso viene solitamente annoverato, nella legislazione novellare,
tra i reati per cui si richiede, da parte dei funzionari a ciò preposti, il
massimo impegno nella ricerca e nella punizione dei colpevoli (
4
).
(
3
) Va precisato che, secondo la D
ESANTI
, Giustiniano e il ratto, cit., p. 190 il fine
matrimoniale risulta prevalente, anche se non è escluso lo scopo sessuale, mentre per R.
B
ONINI
, La legislazione giustinianea sul diritto e sul processo penale, in Ricerche di diritto
giustinianeo, Milano 1990, p. 178, la distinzione tra ratto a fine di matrimonio e ratto a
scopo di libidine non riveste un autonomo rilievo normativo.
(
4
) E tuttavia, anche la legge disposta per i delitti più gravi quali omicidio, adulterio e
ratto deve applicarsi humaniter. Si consideri a questo proposito Nov. 24, 2 del 535, De
praetore Pisidiae, che si rivolge ai magistrati affinché siano incorruttibili, consapevoli che,
se faranno un uso indegno della propria autorità, dovranno rendere conto di ciò
all’imperatore: De‹ to…nun tÕn t¾n ¢rc¾n paralamb£nonta taÚthn (pro‹ka d aÙt¾n
aÙtù d…domen ¢eˆ kaˆ ™p'oÙdenˆ pantelîj misqù, Ópwj ¨n kaˆ aÙtÕj ¢dwrÒtatoj
me…nai kaˆ to‹j ™k toà dhmos…ou mÒnoij ¢rkoÚmenoj, toàto Óper kaˆ Ð prîtoj ¹mîn
lšgei nÒmoj) oÛtw crÁsqai to‹j ØphkÒoij, æj ™n tù protšrῳ dietupèsamen nÒmῳ,
dika…wj te kaˆ kaqarîj kaˆ met¦ toà drasthr…ou filanqrèpwj: kaˆ ¢ndrofon…aj te
kaˆ moice…aj ™xelaÚnein tÁj cèraj kaˆ parqšnwn ¡rpag¦j kaˆ ¢dik…an ¤pasan, kaˆ
toÝj taàta plhmmeloàntaj kat¦ toÝj ¹metšrouj kol£zein nÒmouj, kaˆ ™ruqri©n ge
mhdšna tîn ¢dikoÚntwn, k¨n e„ tîn meizÒnwn e‡h, mhd Øpokatakl…nesqai to‹j
çfele‹n mn oÙd'Ðtioàn, prof£seij d ¢sebe…aj paršcesqai dunamšnoij: ¢ll¦ di¦
p£ntwn thre‹n tÕ d…kaion kaˆ ¢poblšpein e„j toÝj ¹metšrouj nÒmouj kaˆ dik£zein
kat'aÙtoÚj, kaˆ toÝj ØphkÒouj toÝj ¹metšrouj kat'™ke…nouj poie‹n zÁn te kaˆ
politeÚejqai, kaˆ prÕj qeÕn ¢for©n kaˆ tÕ ¹mšteron dšoj, ›teron d mhdn
pant£pasin ™nnoe‹n. éste mhd ™k tÁj ™parc…aj foit©n ™ntaàqa sucnoÝj kaˆ ™pˆ
pr£gmasi metr…oij ¹m©j ™nocle‹n: ¢ll'aÙtÕn prÒteron ¢kro©sqai p£ntwn kaˆ
diakr…nein aÙt£, kaˆ memnhmšnon tÁj semnÒthtoj, ¿n aÙtù dedèkamen, oÛtw crÁsqai
tù pr£gmati æj ¢nupeÚqunon aÙtù t¾n ¢rc¾n genšjqai, ginèjkonti, æj e‡per tij
aÙtù projelqën eta m¾ tÚcoi tîn dika…wn kaˆ ¢nagkasqe…h taàta ¹m‹n
projaggšllein, Ð ¢gën aÙtù tÕ loipÕn prÕj ¹m©j œstai. ¹me‹j g£r, ésper aÙtÕn
tetim»kamen tÍ tÁj ¢rcÁj aÙx»sei, oÛtwj, e‡per aÙtÕn eÛroimen ¢nax…wj toà
¹metšrou skopoà crèmenon to‹j paradedomšnoij aÙtù, qeù te ØphretoÚmenoi kaˆ
to‹j nÒmoij ¢mÚnontej proshkÒntwj aÙtÕn meteleusÒmeqa, e‡ ge eÛroimen À
klšptonta tucÕn À c£ritoj À ¢pecqe…aj ¹tthmšnon À toÝj ¹metšrouj paraba…nonta
nÒmouj. boulÒmenoi g¦r tÕ Øp»koon ¢norqîsai kaˆ t¦ mšcri nàn qerapeàsai
kak¦
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