C'era una volta



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UNDICESIMA PUNTATA: FESTA DI FINE ANNO SCOLASTICO

Il terrone non era però un ragazzo così cattivo, nonostante la sua fedina penale sporca e le sbornie che recavano danni soprattutto a lui stesso. Il bastardo era ed è tuttora uno sportivo, va in palestra e gioca a basket; una sera di inizio giugno di qualche anno fa, fece una partita di pallacanestro contro la squadra di Iseo. Giocò bene nonostante tutto, ma la sua testa di minchia era da un'altra parte, pensava infatti alla festa di fine anno scolastico. Era la serata ideale, mica per andare a fighe come qualsiasi altro essere mortale, ma per bere e fare casino. Col suo cinquantino vespa, il cobra l'aveva venduto a sole 50.000 lire ad un marocchino più terrone di lui, andò alla festa tutto eccitato, che si svolse in una specie di discoteca di Salò che cambia sempre nome ed è situata vicina ad un cimitero. Con la sua faccia di merda da uomo merda qual era soprannominato, oltre ad alcolizzato del cazzo e delinquente ladro di ville, si diresse subito al bancone per iniziare a bere. Beh, no, bisogna dire la verità, il terone aveva già iniziato a bere dopo la partita insieme al suo amico Cristian A.: insieme mandarono giù nei loro fegati spappolati birra e tanta vodka. Era partito (il party), ma anche quel palemmetano fottuto e sin dall'entrata del locale un buttafuori riccioluto e più piccolo del pisello del terrone, però largo come il pisello di un capellone di nome Stefano, doveva aver detto al suo collega: "Ehi, tenete d'occhio quel meridionale!". Il terrone, già mal visto da alcune persone che lo conoscevano per le sue stronzate in giro per la province di Brescia, si muoveva da coglione e rideva perché era felice. Incontrò nel locale diversi tipi e tipe col suo bicchiere in mano, per esempio uno che chiamavano merda ed aveva il cognome di un frutto, uno che chiamavano il testone ed un altro che in futuro si sarebbe rovinato insieme al terrone a causa dell'alcol e che bestemmiava e bestemmia tuttora. Per fortuna il ragazzo del sud non saltava addosso solo ai maschi, sarebbe stato preoccupante, ma anche alle femmine (i bambini hanno il pene, le bambine la vagina). Riuscì a toccare tette, anche a quelle che ne avevano poche, come la sua compagna di classe Cristina, però si divertiva e gridava in faccia a quella massa di polentoni. La discoteca intanto ballava, non solo la gente, perché il terrone aveva i poteri e la faceva ballare. E intanto continuava a ridere come un handicappato (suo fratello lo chiama così) e ad urtare i giovani con i blue jeans senza cattiveria, ma si presume rompendo un po' il cazzo! Il bestemmiatore citato in precedenza lo guardò male e doveva aver pensato: "Adesso lo brucio questo terrone del cazzo!"; insomma cari lettori maleducati, avete notato come la gente gli voleva bene e lo ritenesse un simpaticone! Ma andiamo avanti con questa storiella, il terrone venne minacciato verbalmente da quel buttafuori riccioluto, e gli conveniva, altrimenti quell'africano poteva tirare fuori il suo coltellino rosso e fargli un ricamino! Il terrone però non si offendeva finché erano solo parole, e così promise al buttafuori che si sarebbe comportato da bravo bambino. Col cazzo che mantenne la promessa! Continuò imperterrito la sua attività di rompicoglioni in giro per la discoteca ed anche per i bagni, finché un altro buttafuori di nome Fabrizio, che era amico d'asilo del terroncino, lo minacciò di buttarlo fuori senza però toccarlo. E conveniva anche a lui, altrimenti il terone tirava fuori la sua lupara e gli sparava alle palle; no, adesso non esageriamo, non aveva con sé la pistola, però quel coltellino rosso e simpatico che usava anche nelle ville in caso di faccia a faccia coi proprietari, gli faceva comodo. Insomma alla fine il terrone rimase ancora in discoteca e piano piano si stancò di saltare addosso alle persone, così camminò lentamente e con passo da ubriaco e con quella sua faccia ancora più di merda al banco. Fece gli ultimi sorsi dei suoi migliori amici e quando si stava per addormentare pacificamente, senza creare danni a nessuno, venne circondato da tre buttafuori. I tre pompati dissero:"Esci, tu sei pericoloso!" ed il terrone doveva aver risposto: "Ma cu' minchia dite curnuti, ve rumpu tuttu, ve rugno un pugnatieddu 'nva tiesta, un calcio 'nculo, 'na cutteddada teste 'iminchia!". Ma il terrone non poteva far niente con un coltellino e tre armadi e, nonostante fosse in quel momento un bravo picciriddo (bambino in palemmetano), lo accompagnarono fuori, ma senza toccarlo. E a loro conveniva 'sta volta, perché lo avrebbero distrutto a causa del suo stato di merda ed inoltre erano pure in tre, paurosi fottuti minchioni! Il terrone andò via e nella discoteca si alzò un velo di malinconia, perché in fondo quel meridionale era sì un rompicoglioni, però faceva divertire quei polentoni a modo suo e senza far male a nessuno. E come dice quello, la festa è finita, il terrone se ne è andato! Mogio mogio quell'africano, borbottando e ruttando, saltò sulla sua vespa e si diresse verso casa; a parte i zig-zag sulla strada, l'invasione della corsia opposta e il rischio di morire, il ritorno sul suo letto mobile (solo quella notte) fu la sua salvezza!

DODICESIMA PUNTATA: SANS SOUCI

L'ubriacone girava per diversi locali a bere ed una sera, insieme ai suoi amici, andò al Sans Souci, un disco pub situato in uno di quei paesi dove c'è puzza di merda. La gente dentro il pub era tutta ubriaca, si ballava sui tavoli e c'era puzza di sudore; che bello! Insomma, tra merda, sudore e vomito che era sparso quà e là si poteva prospettare una serata del cazzo, invece fu molto divertente per il terrone e i suoi amici polentoni. La birra volava nell'aria e sembrava rugiada di prima mattina, tutti erano gai e c'era proprio aria di festa oltre che di merda, sudore e vomito. Il meridionale era in mezzo ad una massa di bresciani che parlava il dialetto e lui non capiva una minchia, però rideva ugualmente quando la gente gli parlava. Col sudore che spillava dai pori della pelle, il terrone ballava tutto sgommato sui tavoli e a volte gli scappava qualche pirito (scoreggia in palemmetano); quanta felicità che si trova in quei momenti di sbornia, solo più tardi si può trovare qualche inconveniente tipo il vomito o scoreggie troppo potenti che possono svegliare i propri genitori. Ma il terrone bastardo pensava solo al presente e non si era accorto che in poco tempo era uscito fuori di mente; prendeva per il culo le persone, che però stranamente non reagivano. Solo un piccoletto dal fisico tozzo gli disse: "Hai qualche problema?!" e il terù rispose: "Quanto fa 1+1?"; il piccoletto lo voleva picchiare, eppure l'africano non era stato così offensivo! Solo poco prima, entrambi ballavano sotto un ventilatore ed il terrone si vantava di riuscire a toccarlo perché era più alto e gli disse:"Ah, ah, io lo tocco e tu no!" e gli rise in faccia! Ma dài, cari lettori puzzolenti, vi sembra un motivo valido per scannare (distruggere in palemmetano) un terrone? Che cattivi questi polentoni che si incazzano per così poco! Insomma il piccoletto disse se aveva qualche problema, si avvicinò con la sua faccia al viso sporco del meridionale e questi fece la domanda matematica, dopo di che gli scoreggiò addosso! Quel bambino cattivo stava per alzare le mani, ma gli amici del terone intervennero e lo portarono via; lui rideva e diceva che quello si era cacato addosso, però in realtà non aveva ancora capito che era finito nella merda e poteva venire bastonato da tutti i picciotti (ragazzi in palemmetano) del locale. Felice di ciò, bevette ancora tante birre e, durante il ritorno verso casa, fece rutti e scoreggie che rompevano i coglioni ai suoi amici. Voi vi chiederete: "Simpaaatico però!" e qualcuno risponderebbe;" Eh sapete, è un terrone!". Giàààààààààààà!!!!!
TREDICESIMA PUNTATA: IL PISELLO A VALVOLA

Il terrone, come vi sarete accorti già da un po', è anormale, ma quando leggerete questa puntata penserete che non è un uomo. No, aspettate, questo non vuol dire che sia frocio, andiamo con calma! L'uomo merda meridionale non aveva perso il vizio (oltre che di farsi le seghe) di andare nei locali per bere birra e suoi parenti. Una sera andò coi suoi amici ad un pub chiamato il monastero, sempre situato in una di quelle zone di merda tutto letame e contadini. La sagra delle birre era partita e il terrone era noto per la sua velocità nel bere un litro in breve tempo, anche se questo a volte gli causava notti da vomito e giramenti di testa e di coglioni! Comunque quella sera il bastardo avrebbe rivelato un segreto ai suoi amici, che avrebbe sorpreso e fatto ridere tutti: la storia del pisello a valvola. Il terrone confidò agli amici (ma in futuro tanti altri lo avrebbero saputo) che la sua minchia era diversa dalle altre, nel senso che funzionava e funziona tuttora come un motorino dotato di valvolina. Questa valvola, situata sulla punta del pene terrone, ha diverse funzioni: regola la potenza di fuoriuscita della piscia, si apre e si chiude con determinati comandi e a volte fa scoppiare il cazzo se non funziona in modo dovuto. Il pisello è anche leggermente a punta e nel periodo dell'adolescenza vi crescevano foruncoli pieni di pus più grandi del cazzo stesso; pensate che una volta il terrone, per schiacciare un foruncolo sulla sua minchia, ci impiegò circa un'ora! Che cazzo di merda, potreste pensare voi, e avete ragione! E questo non è il solo problema: basta che una bella fessettona (figa) lo tocchi e il suo coso gli tira da matti e subisce perdite. Che vita di merda! Ma arriviamo alla bomba del terrone; una mattina inizia a pisciare nel water come fanno tutti normalmente, soltanto che non sente rumori. Beh, voi potreste pensare che è sordo e quindi non sentiva, no, il problema era un altro, la valvola era chiusa. Il terrone dal cazzo strano "eiaculator" abbassò gli occhi e vide con spavento che aveva una terza palla, ovvero la piscia scorreva ed il pene si era ingrossato quasi come una pallina da tennis. Ad un certo punto scoppiò e l'urina andò dappertutto creando un fetore bestiale. Insomma minchia di merda, orecchie di merda, naso di merda, faccia di merda e quindi sapete che cosa vi dico? Che vita di merda!



QUATTORDICESIMA PUNTATA: A TELFORD, IN INGHILTERRA

E' tempo dell'università per il terrone che studia lingue straniere e voi potreste pensare come fa una testa di minchia così ad andarci; quel minchione studia inglese, tedesco e palermitano. Un'estate di due anni fa andò, tramite un'organizzazione (non a delinquere), a Telford, un paese a nord-ovest di Birmingham per lavorare come commesso in un negozio di abbigliamento sportivo. L'impatto con la nuova cultura fu difficile , mentre quello con la sua famiglia ospitante fu una merda perché era moscia come la parte interna di un cazzo che si ammoscia. Anche i primi giorni di lavoro del terù non furono dei più facili, infatti fu depositato in magazzino ad ordinare scatole di scarpe e a parlarci; no, questa volta il meridionale non era bevuto, però rimaneva sempre anormale, come quando davanti allo specchio faceva altre facce di merda oltre alla sua naturale (di merda)! A casa della famiglia c'era poca vitalità, mancava la violenza del padre terone e non c'erano scoreggie e rutti come il terrone si aspettava. Però col tempo quel palermitano ammosciato in tutti i sensi, anche perché mancavano le fessettone, propose alla famiglia ospitante film di violenza e serate a guardare partite di calcio con birra in mano. Nei weekends il terrone girava solo col treno visitando tra l'altro Liverpool, Birmingham, Shrewsbury, ma a volte era accompagnato dai suoi amici, non esseri umani, ma lattine di birra. Un giorno voleva ubriacarsi e così entrò in un pub ed ordinò una birra; c'erano persone sulla quarantina tutte gaie e così lui si trovò subito a suo agio e cominciò a confabulare con loro del più e del meno. Quei simpatici signori con le guancie rosse e la panza grossa, sapendo che era italiano, beh, no, palemmetano, gli offrirono tante di quelle birre che il terrone parlava inglese e palermitano insieme; uno di quei signori era noto come un gran bevitore di birra ed il terrone provò per lui una grande ammirazione. Era primo pomeriggio ed il terrone barcollante con la faccia ancora più merdosa si incamminò verso casa, ma durante il tragitto scorse in lontananza un bel tavolo di legno su cui stendersi. Tutto felice e con l'alito di birra inglese si distese, mise le cuffie del walkman, alzò il volume della musica che stava ascoltando e ruttò a ritmo di musica. Lo stomaco era sconvolto, il cazzo in tiro perché il terrone doveva espletare i suoi bisogni fisiologici (pisciare), però era felice come un bambino terrone che compie il suo primo furto. A cena il bastardo riuscì a mascherare il suo stato da vomito, ma appena finì di mangiare corse in camera sua per fare ulteriori rutti liberatori e dal suono simpatico. L'inghilterra fu un'esperienza importante per il terrone, perché un giorno conobbe Silvia di S., una terrona di Viterbo di cui si innamorò. I due terroni passarono bei momenti insieme, ma quando il palermitano avrebbe in seguito ricevuto la palata al ritorno in Italia, sarebbe ricaduto in uno stato di merda, depressione, alcol e vomito e.......vaffanculo!!!!!!! Ma che vita di merda!!!! Le conseguenze per il terrone furono devastanti e così ebbe bisogno di un amico e pensò: "Ah già, l'alcol, eh eh eh!". Ma i particolari delle sue sbornie le saprete nella prossima puntata, quindi aspettate, perché state per entrare in un mondo dove gli oggetti si muovono troppo e volano insieme alla testa di minchia di quel fottuto ubriacone asinaccio!

QUINDICESIMA PUNTATA: UNA LARVA A RICCIONE



Quel terrone bastardo, pur avendo la faccia di merda, orecchie sorde, il naso storto, piedi da coglione e un pisello un po' strano, era quindi riuscito a conquistare, seppure per breve tempo, una terrona che a lui acchiappava come un'oasi piena di birre. Come già sapete, il suo nome è Silvia e veramente quel meridionale sfigato non aveva mai provato emozioni così forti per una fessettona, forse anche perché prima ne aveva avute una merdina. "Ah, prenderò l'eurostar e l'andrò a trovare a Viterbo" diceva quel povero illuso, "non la vedrò tanto, però mi basta poco!", mamma mia, ma come cazzo faceva a pensare che si poteva andare avanti essendo così lontana?!". Al ritorno dall'Inghilterra il terrone non pensava a nient'altro che a lei, anche le birre e l'alcol in generale erano stati per un attimo messi in disparte, quella bestia era proprio cotto e voleva rivederla a tutti i costi. Il terrone doveva andare con gli amici Nicola B. e Matteo T. a Riccione per una vacanza di cinque giorni e proprio nello stesso periodo a Rimini c'era Silvia con la sua famiglia. Era l'occasione giusta per vederla, toccarla e farci un po' di sporcacciate e così diceva tutto gasato a Nicola e Matteo:" Eh, la porterò sulla spiaggia a guardare le stelle e me la farò, eh eh eh!". Gli amici rispondevano:" Sì, sì" e pensavano:" Che coglioni questo amico terrone!". Apriamo una parentesi su Nicola e Matteo: il primo è un latin lover, nel senso che si vuole fare tutte le fighe, il secondo è uno che è sempre malinconico e all'epoca stava a volte sulla minchia al terrone. Nell'appartamento dove i tre alloggiavano, era quasi sempre il terrone che si dava da fare, perché loro non avevano voglia di fare un cazzo e stavano a guardare i cartoni giapponesi che stavano sul cazzo al terù. Quindi mi viene da dire una cosa:" Cazzo!". Una sera il terrone doveva incontrarsi con Silvia, ma già al primo incontro lei appariva strana e lui pensò:"Oh, porca puttana!"; camminarono tanto insieme sotto le stelle (che coglioni) e il terrone intanto cercava con la coda dell'occhio un posto dove appartarsi e farsela viulentemente. Finalmente i due si sedettero su una panchina e mentre lui le si avvicinò per slinguarla e toccarle la figa, lei disse:"No, terone, è meglio se restiamo amici!" e il terrone disse:"MMMhhhh!!!" e pensò:"Alcol, sto arrivando!". Quel palemmetano aveva anche offerto una fanta a quella baldracca e in quel momento era distrutto come quando si vomita dopo una sbornia. Ma che vita di merda,...cazzo!!! E così la bella e la bestia si lasciarono sotto quell'albergo vaffanculo e lui pensò di suicidarsi, ma dopo pensò:"No, non posso farlo, ho ancora una vita davanti a me, però di merda!!!!!!". Il terrone triste come un puttaniere si incontrò nuovamente con quei rompicoglioni di Nicola e Matteo (solo in quel momento rompicoglioni......Oooohhhh!) e andò in una discoteca; Nicola era tutto felice e ci provava con tutte le fighe, il Matteo diceva:"Eh eh, non ti aaaaama!" e il terrone era disperato e non credeva ancora a quello che era appena successo. Il bastardo si era trasformato in una larva, era passivo, triste e ancor più faccia di merda e nella sua disperazione cominciò a bere come un cesso. Era domenica, quel meridionale insultava quella puttana che fino a un giorno prima baciava sulla foto dietro un armadio per non farsi vedere dagli amici, e beveva beveva beveva qualunque cosa gli capitasse sotto la sua faccia di merda. Giro girotondo casca il mondo, aiuto, vola tutto, si muove tutto, viva l'alcol e abbasso le fighe, ah uh ih eh oh, perchéééééééé uffi acciperbacco porca troia, asinaccia, faccia da serpente e da maiale, bau bau bau ioh ioh ioh...questi erano i pensieri del terrone in quei momenti, era fuori come un balcone e non si reggeva in piedi. In giro con i suoi amici, il terrone vide un pub volante che si alzava e scendeva, mentre il suo cazzo scendeva sempre di più! Ah, aiuto, cado, glù glù, panchina, sedersi, sonno...e il terrone si addormentò su una panchina come un vagabondo, mentre la gente passava e guardava pietosamente quella merda di uomo, distrutto dalla figa e dall'alcol. Svegliatosi, i due amici lo portarono in appartamento, ma lui non dormì e sul terrazzo ruttò tutta la notte per digerire. La mattina seguente il terrone era ancora ubriaco, puzzava di birra, super alcolici e sigaro e gli veniva da vomitare, era in uno stato di larva al massimo; tutto il giorno il terrone era seduto su quella terrazza con lo sguardo perso nel vuoto ed a ruttare continuamente. Anche i successivi giorni il terrone era triste e quando tornò a casa cominciò a bere nella sua solitudine e piangeva come una checca; si alzava la mattina e beveva limoncino o birra dopo colazione e il resto della giornata faceva lo stesso. Per alcuni mesi il meridionale andò avanti, e tutto per una figa terrona! Che bastardi questi terroni! L'alcol aumentò quando il terrone ricevette una lettera da Silvia, in cui diceva che quello con il terrone era stato il suo primo bacio e non era stato un granchè! Puttana baldracca, ora non è capace nemmeno di baciare? Ti odio donna, muori, ed io invece beeevo, sì, mio unico rifugio, salvezza, evviva evviva hurrà hurrà, che tristezza, ma che bello l'alcol, sì bevo glu glu glu....così il terrone pensava e il suo fegato intanto marciva. Da lì il terrone inventò un proverbio:" L'alcol è come la donna, all'inizio sei felice poi stai male!", ma l'autore ora dice:" Ma vai a cacare terrone fottuto, l'alcol fa sempre bene, la donna fa sempre male!". Sono confuso, aiuto, l'autore ha bisogno di bere birra, sì, stasera, aspettatemi amici, sono eccitato, bere bere bere, sì, no no no...torniamo al presente, ora sono felice perché ho una figa terrona, un'altra, non la Sivia! Oh no, terrone e autore, unico essere, bau bau!". Se mi lascia la figa ora, spacco tutto e bevo tutto tutto, birre, D&g, bacardi, cin cin, din din, no no, non può accadere ancora no no. No, questo è il presente, l'autore-terrone era tornato al passato, stava rivivendo quei momenti di merda, aiuto, aiutatemi. Cari lettori, vi sarete accorti che questa è una puntata un po' strana, ma l'autore terrone scrive così, il dito va da solo, spontaneo...stop

SEDICESIMA PUNTATA: GRAPPA AI MIRTILLI

In estate il terrone e i suoi amici polentoni, non più i suoi compagni di classe delle superiori, organizzavano e organizzano tuttora beach parties al Lido, una spiaggia di Maderno. In questo gruppo c,è Andrea Z. (il bestemmiatore drogato), che comunque si dà anche lui all'alcol insieme al meridionale, perché entrambi sono della stessa filosofia e cioè che la vita è una merda (diciamo a volte, orsù). Queste feste, a cui partecipano spesso poche persone, si beve solitamente birra, si canta, si balla e si toccano le poche tette e i pochi culi presenti; lo scopo di alcune persone è di farsi una, altri vogliono rubare canotti (ad esempio quella testa di cazzo di Nicola B.) e altri vogliono soprattutto ubriacarsi e fare casino, come il terrone, questo Andrea citato in precedenza e un capellone ruttone panzone chiamato Stefano G.. Apriamo altre parentesi su questi due personaggi: Andrea si droga, odia la vita e alcune fighe come A.P. (Andrea, mi hai rotto i coglioni, fattela!!!!), mentre Stefano è un casinista, rutta come una bestia, cambia sempre idee e vuole diventare un panzone. Cari lettori della mia terza palla, ma che amici strani che ha quel curnutu! Insomma una sera il terrone e Andrea erano particolarmente afflitti e la causa del loro stato d'animo proveniva da un buco nero con i peli intorno, vale a dire la figa! Mentre entrambi, seduti su una panchina dicevano: "Ma che vita di merda!" e parlavano male di alcuni amici come Nicola, decisero di sgolarsi in due una bottiglia di grappa ai mirtilli (vedere titolo) accompagnata da un pacchetto di patatine. Tutto ciò avvenne prima della festa vera e propria ed in un'atmosfera tetra e terrona, coi due che si dicevano reciprocamente:"Beviaaaamo!!" e l'altro rispondeva:"Va bene, bastardo, beviaaaaamo!!" e quindi si può dire che i due beveeeevano! Finita la bottiglia di grappa, ma già al quarto bicchiere gli sfigati erano un pochino brilli, i due si sentivano leggeri ed il terrone pensò:" Ma che bello se tutta la vita fosse una sbornia!". Quando arrivarono gli altri amici a prenderli, il Sudista ed il Nordista si guardarono in faccia e dovevano aver pensato: "Che coglioni, ci stavamo divertendo!". Raggiunta la spiaggia si bevette ancora birra ed in breve tempo tutti (più o meno) erano alticci e sparavano e facevano stronzate; purtroppo altri particolari della serata, lettori leghisti, l'autore non ve li sà dire perché, essendo un ubriacone, li ha dimenticati. Ma vi invito scortesemente ad attendere la prossima puntata, in cui il terrone farà una scommessa di merda con Andrea e per ben dodici volte durante la notte farà versi strani e farà uscire dentro di sè quello che ha.

DICIASETTESIMA PUNTATA: LA SCOMMESSA DI MERDA



E così arriviamo a una delle magiche serate alla spiaggia del Lido di Maderno che, per il terrone, si sarebbe trasformata in una notte da incubo una volta andato a letto. All'alcol party il meridionale aveva intenzione di bere super alcolici più che birra e portò da casa uno shaker da barista per fare i cocktails; la sua idea si sarebbe rivelata una grande stronzata. Seduti sulla sabbia, vicino al lago, sopra di noi un cielo stellato e accanto a noi...nessuna figa! Però c'erano i cocktails creati dal bastardo, che comunque pochi suoi amici ebbero il coraggio di assaggiare, tra questi quell'ammirevole ma testa di cazzo di Andrea Z.. Era una serata piacevole e l'africano si sentiva ispirato; l'alcol sembrava che lo chiamasse:" Bevimi terone de minchia, sarò la tua gioia e poi il tuo dolore!". E così la faccia di merda dal pisello strano preparava entusiasta i suoi cocktails vaffanculo e li buttava giù uno dopo l'altro; col tempo cominciò a vedere limpido e a sentirci meglio (effetti dell'alcol) e a parlare palemmetano (effetto del concepimento avvenuto a causa dell'unione tra un terrone e una polentona). Andrea lo incitava, quel birichino della minchia appuntita del terrone, e beveva insieme a lui con felicità; ogni cosa che dicevano si tramutava in riso, ma intanto il ragazzo del sud non sapeva che la roba che stava mandando giù si sarebbe tramutato in vomito arcobaleno e acido di vario tipo. Le stronzate volavano nell'aria estiva come uccellini cinguettanti e gli altri presenti all'evento dovevano aver pensato:" Che ubriacone del cazzo!". Ma arrivò in seguito quella scommessa che avrebbe rovinato la notte del terrone, ma anche la mattina e il pomeriggio del giorno dopo: bere in un colpo solo un bicchiere pieno di bacardi per avere un happy meal (quello del MacDonald's). La proposta indecente fu postulata da quel cattivo bambino di Andrea, che perse ovviamente, ma che però non comprò mai l'happy meal al terrone, bastardo fottuto!!! Dopo la scommessa vinta, il terrone bevette e bevette ancora e gli uccellini cinguettanti diventarono uccelloni, come quelli che si vedono nei porno; il terrone si sentiva anche bene, leggero come al solito, volante, scattante e questo non faceva assolutamente pensare a una notte insonne e puzzolente. Ma dopo la festa, quando i cocktails famosi del terrone finirono (vaffanculo anche a voi, cocktails del mio pene e delle mie pene), andò verso casa soddisfatto delle sue creazioni e dell'happy meal che aveva vinto. Giunto in camera sua, la osservò compiaciuto, poi guardò la sua faccia di merda ubriaca allo specchio e disse:" Che faccia e che vita di merda ambedue, dico io!". Aveva l'alcol nel sangue, lui, le sostanze erano fresche, il terrone riposato eh eh eh tsch!!!!! Una volta crollato a letto, anche il mondo intorno a lui crollò, gli oggetti della stanza si muovevano, il letto divenne mobile come tante altre volte e quella faccia di merda sudava come una baldracca in calore. Dentro di sè il terrone sentì:" Pot pot pot gluc gluc gluc", mentre più in basso, più precisamente dal suo buco del culo, sentì:" Trum trum trum scatacccc scatacccc" (le scoreggie strane del terrone). A proposito, apriamo l'ennesima parentesi: il record di scoreggia più lunga del terrone è di sette secondi, da piccolo le registrava nelle varie cassette, faceva le gare con suo fratello e per scoreggiare più forte si infilava pure nel culo una di quelle canne che si usano per gonfiare i materassini! Poi, già che ci sono, vi posso insegnare una tecnica: battere col pugno il proprio buco del culo per farvi entrare aria che in seguito fuoriesce sotto forma di scoreggie, per lo più puzzolenti. Che vita di merda! Ma torniamo al letto agitato, ai pupazzetti del terrone che lo minacciavano e alle tende che sembravano fantasmi: tutte queste cose, che accadono normalmente a tutti, significavano vomito! Il terrone incazzato come un mafioso si alzò, si grattò le palle che sudavano e il buco del culo, si annusò le dita e andò verso il cestino dello sporco dove cominciò a rimettere l'anima ubriaca. In bagno non poteva andare, visto che poteva svegliare i genitori, così pensò che era meglio vomitare una decina di volte nel cestino. Ridotto proprio di merda, con l'alito che puzzava, tutto sudato aspettò la mattina perché durante la notte non chiuse occhio; aprì al contrario più volte la bocca emettendo liquidi nocivi, acidi, cose verdi, nere etc. ed emettendo versi animaleschi per il dolore che sentiva. Con la luce del mattino di solito si respira buon'aria, invece la camera del terrone era diventata una camera puzzolente, tanto è vero che quando entrò sua matre (ah, sua matre!) disse: "Che puzza di vomito, vuoi fare colazione?". No, sua matre non aveva chiesto al terrone di fare colazione di vomito, ma di latte e biscotti, ma il meridionale la implorò:" Noooooo, mamma, cu' minchia fai!!!!". Il terrone disse che non aveva fame, stette in camera, fece finta di leggere un giornale tedesco e intanto guardava da vicino il suo amico cestino per regalargli liquidi neri puzzolenti. Il mal di testa di cazzo del terrone era forte, si ripromise di non bere più perché stava veramente male. Qui finisce questa puntata, due giorni dopo l'africano andò a bere ancora coi suoi amici, tra cui quel bastardo fenicottero insolente happy meal cinghiale grande grande cinghiale di Andrea Z.! Che venga fulminato e che gli vengano i cagotti pure in bocca! Comunque ora caro amico, aspettami, che stasera beviaaaaaaaaaamooooooooooo!!!!!!!!

DICIOTTESIMA PUNTATA: A CASA DI ALBI E LO STUPRO FALLITO


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